Cinema

Il caso di Karla Sofía Gascón, l'attrice trans finita sotto accusa per post razzisti e anti-religiosi

A causa delle sue posizioni controverse, la star del musical «Emilia Pérez» rischia di veder sfumare l'Oscar come «miglior attrice protagonista» per il quale era in lizza
© Jordan Strauss/Invision/AP
Red. Online
05.02.2025 20:30

Quello di Karla Sofía Gascón è ormai diventato un caso. A innescare la polemica attorno all'attrice transessuale, star del musical di Jacques Audiard Emilia Pérez per il quale è candidata agli Oscar come «miglior attrice protagonista», sono alcuni suoi post razzisti e anti-religiosi pubblicati alcuni anni fa sull'allora Twitter (oggi X). Sortite social che, nonostante la loro cancellazione e il tentativo da parte dell'autrice di smorzarne i toni, hanno spinto Netflix a escludere Gascón dalle campagne promozionali del musical negli Stati Uniti. Ma cosa è successo nel dettaglio e quale era la natura dei pensieri affidati dall'attrice alla rete? Vediamo di fare chiarezza.

Le origini

Tutto ha inizio alla fine di gennaio quando la giornalista Sarah Hagi rispolvera e porta all'attenzione dell'opinione pubblica una serie di post pubblicati su Twitter da Gascón tra il 2020 e il 2021. A nulla serve il tentativo dell'attrice di cancellarli, ormai la frittata è fatta. Al loro interno si trovano, tra le altre cose, opinioni piuttosto controverse sui musulmani, su George Floyd e sulla diversità agli Oscar.

Ma, nel dettaglio, cosa ha detto Gascón? A raggruppare tutte le sortite problematiche dell'attrice ci ha pensato un articolo di Variety. In un tweet del 22 novembre 2020, per esempio, si poteva leggere: «Scusate, è solo la mia impressione o in Spagna ci sono sempre più musulmani? Ogni volta che vado a prendere mia figlia a scuola vedo sempre più donne con i capelli coperti e le gonne che arrivano ai piedi. Il prossimo anno invece di insegnare l'inglese dovremo insegnare l'arabo». Un altro post mostrava la foto di una donna con il burka mangiare al ristorante con la propria famiglia. Sopra l'immagine, un testo che recitava: «L'Islam è meraviglioso perché privo di machismo. Le donne sono rispettate e quando le si rispetta molto si lascia loro un piccolo buco rettangolare in faccia in modo tale che si possano vedere i loro occhi e la loro bocca, ma solo se si comportano bene. Ad ogni modo si vestono così per gusto personale. Quanto è profondamente disgustoso per l'umanità». In un tweet del 29 gennaio 2021 si poteva invece leggere che «l'Islam non rispetta il diritto internazionale» e che le religioni «devono essere vietate fintanto che non li rispettano».

Gascón non ce l'aveva comunque solo con l'Islam. A testimoniarlo è un post del 16 agosto 2021 in cui venivano prese di mira anche altre confessioni. «Sono così stufa di tutta questa m***a, dell'Islam, del cristianesimo, del cattolicesimo e di tutti questi fo***i credi da idioti che violano i diritti umani».

A finire nel mirino dell'attrice spagnola non sono state solo le religioni: Gascón ha espresso posizioni controverse anche su George Floyd pochi giorni dopo la sua uccisone da parte di un agente di polizia. «Credo davvero che a pochissime persone importasse di George Floyd, un truffatore tossicodipendente», si poteva leggere nel messaggio affidato alla rete. «Tuttavia la sua morte ha dimostrato ancora una volta che ci sono persone che considerano ancora i neri scimmie senza diritti e i poliziotti assassini. Si sbagliano». In un post successivo aggiungeva quindi: «Troppe cose su cui riflettere riguardo al comportamento della nostra specie ogni volta che si verifica un evento. Forse non è più una questione di razzismo, ma di classi sociali che si sentono minacciate l'una dall'altra. Forse questa è l'unica vera differenza».

Critiche, Gascón le aveva espresse anche contro il suo mondo: il cinema. A lasciare contrariata l'attrice spagnola, in particolare, la cerimonia degli Oscar del 2021 in occasione della quale la statuetta per il miglior film era andata a Nomadland di Chloé Zhao. «Sempre più spesso gli Oscar sono una cerimonia per film indipendenti e di protesta. Non so se ho visto un festival afro-coreano, una manifestazione del movimento Black Lives Matter o un 8M», ha scritto, usando un'espressione (8 marzo) che, specialmente in Spagna e in America Latina, è associata a manifestazioni per i diritti delle donne e alla lotta contro la violenza di genere. «A parte questo è stato un brutto, brutto, brutto galà».

I vecchi post sui social di Gascón sono venuti alla luce dopo un'altra controversia sorta a seguito di un'intervista rilasciata dall'attrice spagnola a un giornale brasiliano nella quale ha criticato le campagne online contro di lei e Emilia Pérez prendendo di mira il team che lavora con la rivale Fernanda Torres di Io sono ancora qui.

La marcia indietro

Scoppiato il bubbone, Karla Sofía Gascón si è subito affrettata a fare marcia indietro e a cercare di smorzare i toni. «Riconosco le mie dichiarazioni passate via social che hanno causato dolore» ha detto l'attrice a Variety scusandosi per quanto scritto tra il 2020 e il 2021. «Come persona in una comunità emarginata, conosco questa sofferenza fin troppo bene e sono profondamente dispiaciuta per coloro a cui ho causato dolore. Per tutta la vita ho combattuto per un mondo migliore. Credo che la luce trionferà sempre sull'oscurità».

Le conseguenze

Nonostante le scuse, comunque, Karla Sofía Gascón non è riuscita ad evitare la valanga che l'ha investita. Netflix ha infatti deciso di escluderla dalle campagne promozionali del musical negli Stati Uniti. L'attrice spagnola sarebbe dovuta arrivare questa settimana a Los Angeles per una serie di eventi al fianco del regista Jacques Audiard e delle co-star Zoe Saldana e Selena Gomez, ma il viaggio – scrive l'Hollywood Reporter – è stato cancellato a causa delle polemiche sui vecchi tweet dal sapore razzista e islamofobo emersi nei giorni scorsi proprio mentre stanno per cominciare le votazioni finali per gli Oscar. Il 2 marzo al Dolby Theater Gascón avrebbe potuto fare la storia: la prima donna apertamente trans a vincere come attrice protagonista, ma anche un simbolo della sfida di Hollywood a Donald Trump dopo la guerra dichiarata dal neo-presidente sulle questioni di genere. La statuetta, alla luce della controversia, sembra ormai quasi certamente tramontata mentre Netflix, che ha investito milioni di dollari per assicurare la fortuna di Emilia Perez, starebbe ora cercando di contenere i danni per salvare le altre dodici candidature tra cui quelle di Zoe Saldana, migliore attrice non protagonista, e di Jacques Audiard, in corsa per la migliore regia. L'attrice spagnola non sarà pertanto il 7 febbraio ai Critics Choice Awards al fianco di Zoe Saldana, Jacques Audiard e Selena Gomez, né l'indomani rappresenterà Emilia Pérez, come originariamente previsto, ai premi dei produttori.

Di fronte alla posizione presa da Netflix, Karla Sofía Gascón ha espresso, in un lungo post su Instagram, le sue perplessità e si è detta vittima della «cancel culture». Scrive l'attrice: «Per anni ho dato il mio cuore e la mia anima alla famiglia Emilia Pérez. Come faccio sempre con tutto ciò che amo e in cui credo. Oggi più che mai voglio ringraziare chi ha riconosciuto il mio lavoro, i festival che hanno celebrato il nostro film e ogni singola persona che ha fatto parte di questo viaggio. Il mio team, i miei colleghi, lo straordinario Jacques Audiard, la nostra casa di produzione, l'incredibile troupe, la stampa e, soprattutto, coloro che hanno sostenuto e compreso il mio processo». Quindi il passaggio saliente: «In questi ultimi giorni ho vissuto una montagna russa di emozioni. Sono stata trasparente perché non ho nulla da nascondere. In quel periodo mi sono sentita persa nella mia transizione, cercando l'approvazione degli altri. Ma oggi, finalmente, so chi sono. Cerco solo la libertà di esistere senza paura, di creare arte senza barriere e di andare avanti con la mia nuova vita. Vogliono applicare contro di me la "cancel culture"». Il post si chiude poi con una richiesta rivolta a coloro che lavorano nel mondo del cinema. «Chiedo agli esperti di Hollywood, ai giornalisti che mi conoscono e che hanno seguito la mia carriera: come andare avanti?».

Insomma, la questione sembra destinata a far ancora discutere.