Televisione

Il caso Selassié, tra GFVip e Farera

Il padre delle tre «principesse» protagoniste al Grande Fratello Vip si trova in carcere a Lugano a causa di una truffa milionaria
Le sorelle Hailé Selassié al Grande Fratello Vip 6. / ©GFVip
Red. Online
05.10.2021 09:22

Negli scorsi giorni si è parlato parecchio del caso delle tre presunte principesse protagoniste al Grande fratello Vip, le sorelle Clarissa, Jessica e Lucrezia Hailé Selassié. Le giovani si sono presentate nel programma come le discendenti dell’ultimo imperatore etiope Hailé Selassié, delle vere e proprie esponenti della buona società, abituate al lusso e alla bella vita nella città Capitolina.

Ma, sulla quiete che regnava a poche settimane dall’inizio della loro avventura sotto le telecamere, si è abbattuta una tempesta. Secondo quanto riportato dal settimanale Oggi, il padre delle principesse Aklile Berhan Makonnen Hailé Selassié, non sarebbe un vero nobile, bensì un giardiniere che lavorava a palazzo e che avrebbe assunto l’identità di erede della stirpe imperiale facendo modificare alcuni documenti. E non solo.

L’uomo si trova attualmente detenuto in carcere a Lugano, accusato di un’ingente truffa ai danni di alcuni cittadini svizzeri. I fatti risalgono al 2017, quando Akile è stato denunciato per truffa e falsità in documenti dopo che alcuni investitori gli avevano affidato delle grosse somme di denaro. Si parla di un raggiro da oltre 10 milioni di franchi. L’uomo è stato arrestato in Lussemburgo ed estradato successivamente in Svizzera, dopo che sulle sue spalle era stato emesso un mandato di cattura internazionale.

Le principesse, poste dal presentatore Alfonso Signorini di fronte all’evidenza delle notizie riportate, hanno detto di essere al corrente dell’arresto del padre e di volergli comunque molto bene: «Siamo al Grande Fratello Vip per tenere alto il suo nome. Non ci vergogniamo, amiamo nostro padre e siamo fiere di lui. Conosciamo la verità». Spiegando di non averne voluto parlare pubblicamente perché non se la sentivano di condividere il loro dolore sotto le telecamere.