Il Charlie Chaplin privato del fotografo Yves Debraine

Immaginatevi di essere un giovane fotografo di 26 anni, di esservi da poco stabilito a Losanna dopo aver lasciato la natìa Parigi, di parlare perfettamente inglese e di fare un incontro del tutto inaspettato che vi cambierà la vita. È quel che è accaduto a Yves Debraine nel 1952, quando incontra il grande Charlie Chaplin e viene ingaggiato come suo «fotografo di famiglia», incarico più confidenziale che ufficiale che Debraine manterrà per oltre un ventennio , rinunciandovi nel 1973, quando il leggendario attore e regista iniziò ad essere minato dalla malattia che lo porterà alla tomba il giorno di Natale del 1977. Questo lavoro gli permise di avere libero accesso al Manoir de Ban, a Corsier-sur-Vevey, dove Chaplin si trasferì con la moglie Oona e con i sei figli nel 1952 dopo essere stato costretto a lasciare gli Stati Uniti. Proprio tra le mura della villa che domina il Lemano, oggi parte integrante del museo Chaplin’s World, dal 20 febbraio al 5 aprile prossimi sarà esposta una selezione delle immagini chapliniane rigorosamente in bianco e nero di Yves Debraine, molte delle quali inedite, che vengono ora pubblicate nel volume Chaplin Personal (Les Editions Noir sur Blanc, Losanna, 144 pagg, 36 franchi) da domani in libreria.

Il libro, curato dal figlio del fotografo (Luc Debraine) che oltre ad occuparsi dell’archivio paterno è direttore del Museo dell’apparecchio fotografico di Vevey, è suddiviso in capitoli che mettono a fuoco i vari aspetti della vita privata dell’autore di Tempi moderni. Un’esistenza dedicata in gran parte al lavoro e alla famiglia che Debraine sa documentare nel modo più efficace, grazie soprattutto alla sua capacità di essere al posto giusto nel momento giusto mutuata dal reportage. Non bisogna infatti dimenticare che collaborò con molte riviste e giornali, tra cui la prestigiosa Life.

È certo però che l’aver a che fare con uno dei massimi registi cinematografici non deve essere stato facile per il fotografo, soprattutto quando si trattava di mettere in scena i ritratti di famiglia che venivano scattati a scadenza regolare. Un altro ostacolo era rappresentato dall’assoluto controllo su se stesso che Chaplin ostentava anche nel privato, tranne che in un’occasione ben precisa: quando assisteva a uno spettacolo circense, durante il quale esprimeva senza ritegno la sua gioia, la sua tensione e il suo divertimento. Chaplin Personal rappresenta quindi un punto di vista poco conosciuto su un personaggio che per decenni fu sotto i riflettori dei media di tutto il mondo. Dalle sue pagine emerge un uomo completamente diverso da Charlot, il personaggio che lo rese celebre, ma anche la storia di un rapporto complesso: quello tra il divo e il «suo» fotografo.