Il ciclone Benigni a Sanremo

Roberto Benigni ancora una volta ha incantato. Quasi un'ora di monologo nella serata del Festival di Sanremo interamente dedicata ai 150 anni dell'Unità d'Italia, battute a denti stretti sull'attualità politica e racconti sul Risorgimento, infine l'esegesi dell'inno di Mameli. «Avevo qualche dubbio a venire a cavallo perchè per i cavalieri è un periodo poco felice», ha esordito il premio Oscar una volta sceso dal cavallo bianco con cui è entrato all'Ariston sventolando il tricolore. Poi le gag sul caso Ruby: "150 anni per una nazione che volete che sono, è una bambina ... una minorenne!". E dopo aver spiegato l'inno Benigni l'ha cantato, a "cappella", in un silenzio surreale, prima della standing ovation conclusiva.
La è iniziata nel segno di Giorgio Gaber, omaggiato da Luca e Paolo. E poi i verdetti musicali: tra i "Giovani" sono passati Roberto Amadè e Micaela, mentre tra i big sono stati ripescati Al Bano e Anna Tatangelo. E c'è stata una lunga carrellata di canzoni del passato reinterpretate dai big in gara.