Appuntamenti

Il «concept» di Poestate colpisce ancora

Presentata la XXIII edizione del festival culturale luganese consacrato alla poesia
«L’invincibile armida» Demarta ha creato nel 1997 un progetto culturale che ha fatto da apriprista per molte manifestazioni analoghe successive. (Foto Putzu)
Matteo Airaghi
Matteo Airaghi
11.04.2019 06:00

Questa volta la parola d’ordine è «concept». Quel «concept» all’insegna della cultura pura, della libertà e del pluralismo che ha fatto la fortuna di Poestate, il festival luganese consacrato alla poesia di cui è stata presentata ieri alla stampa la XXIII edizione, e che, come la direttrice artistica e ideatrice Armida Demarta non ha mancato di ricordare è stato in seguito copiato, spesso stravolgendolo, da molte altre manifestazioni analoghe che sono venute in seguito nel nostro territorio. Un’edizione quella del 2019 (per il ricchissimo programma completo si veda il box a lato o il sito poestate.ch) che ha scelto il giallo fluo (quasi evocando i gilets jaunes) come colore dominante che spazierà come al solito a trecentosessanta gradi celebrando la sua ultraventennale esistenza a dispetto di tutto e di tutti con un inedito dibattito pubblico (la sera di venerdì 31 maggio) dal titolo «Cultura di Stato e cultura indipendente tra autoreferenzialità e apertura» con ospiti e operatori del settore in cui, si può starne certi, in molti non mancheranno di levarsi qualche sassolino dalle scarpe. Anche perché se è facile continuare a ripetere che mai come oggi il nostro mondo e la nostra realtà quotidiana hanno un’estrema, vitale persino, necessità di poesia sono ben pochi i luoghi e gli spazi in cui tutto questo slancio ideale può tradursi in appuntamenti di valore contenutistico e di livello culturale «puro» come quelli che da molti anni si ripetono nella suggestiva e privilegiata cornice del patio di Palazzo Civico a Lugano. Un universo che, a dispetto di crescenti difficoltà pratiche ed economiche e di una politica culturale che come ha denunciato con determinazione ieri la Demarta « mette sempre più in difficoltà gli operatori culturali davvero indipendenti da gruppi, famiglie e consorterie», tornerà tra qualche settimana più combattivo e orgoglioso che mai attraverso incontri, letture, presentazioni, intermezzi, omaggi, premi (con l’ormai tradizionale premio Poestate che verrà annunciato durante il festival) e dando voce e ospitalità a quei fermenti e a quegli spunti che ancora riescono ancora a definire un’estetica della parola. Lo spazio della sperimentazione quest’anno vedrà anche una maggior presenza delle immagini con la presenza di un «resident team» di autori di numerose video-installazioni che accompagneranno tutta la durata della manifestazione. Ma anche solo per fare due esempi con l’invito ad un dj e vj psichedelico del calibro di Misha Tognola o con l’introduzione della novità «AfterPoestate» la domenica a cura di Mirko Aretini al Bar Laura di via Bossi con una sorta di mercato letterario per poeti e scrittori indipendenti in cerca di editore. Per il resto è davvero difficile segnalare qualcosa di specifico in un programma tanto ricco e articolato. Merita forse un cenno la collaborazione con RSI Rete Due da cui scaturirà l’intera serata di giovedì 30 maggio con la produzione di Sandra Sain intitolata «Una spedizione al confine tra prosa e poesia «Città fantasma» o la presenza come protagonista o come «introduttore» di due poeti altri come Marco Vitale e Margherita Coldesina del mai banale Gilberto Isella. Il consueto omaggio per questa edizione verrà riservato alla Beat Generation declinata originalmente «all’italiana» attraverso la presenza di un esperto come Alessandro Manca da anni studioso e lettore del movimento underground di poesia in Italia degli anni ’60 e della Beat Generation americana. Nel 2018 ha curato il volume «I figli dello stupore. La beat generation italiana» con cui si offre per la prima volta , una panoramica documentata della poesia underground italiana e del contesto nella quale si è sviluppata, cercando di colmare una forte lacuna durata più di cinquant’anni. Una presenza del tutto particolare, infine, sarà senz’altro quella della strepitosa Beatrice Venezi, la direttrice d’orchestra donna più giovane d’Europa che porterà a Lugano il suo «Allegro con fuoco». Solo piccoli assaggi per capire che nonostante il passare degli anni lo spirito di Poestate rimane indomito e inossidabile nel segno di un progetto culturale libero capace di mettere a confronto le idee sotto il segno della poesia.