Musica

Il definitivo addio dei Cranberries

Il bassista della band irlandese Mike Hogan parla dell’album di inediti «The end» che verrà pubblicato ad aprile ad un anno dalla tragica scomparsa della cantante Dolores O’Riordan
I Cranberries ad inizio carriera
Red. Online
09.03.2019 13:49

È passato più di un anno da quel drammatico 15 gennaio 2018 quando la cantante irlandese Dolores O’Riordan venne ritrovata senza vita nella vasca da bagno di un albergo londinese. Un anno durante il quale la sua voce inconfondibile ha continuato a risuonare attraverso le onde radio nelle canzoni che con la sua band, i Cranberries, aveva iniziato a proporre dalla metà degli anni Novanta e grazie alle quali era diventata, assieme agli U2 e a Van Morrison, uno degli emblemi musicali dell’isola verde. Da qualche settimana a questi brani del passato se ne è aggiunto un altro, nuovo, dal titolo cupamente profetico, All over now (Adesso tutto è finito), che anticipa un disco, in uscita ad aprile ed intitolato In the End (Alla fine) con il quale i tre rimanenti componenti della band, il chitarrista Noel Hogan, suo fratello e bassista Mike Hogan e il batterista Fergal Lawler hanno voluto rendere omaggio all’amica, lavorando su una serie di registrazioni vocali che la cantante aveva inciso nei mesi antecedenti la sua scomparsa e con le quali intendeva rilanciare la propria carriera e il gruppo stesso dopo un lungo periodo di tormentato silenzio artistico.

“È stato un lavoro non facile”, ci spiega il bassista Mike Hogan. “Anche perché buona parte delle registrazioni vocali di Dolores erano semplicemente delle prove mescolate assieme ad altri strumenti. Abbiamo dunque prima di tutto dovuto fare un lungo e accurato lavoro per separare la sua voce da tutto il resto, completando poi alcune parti ed i cori. In quella fase è stato fondamentale l’aiuto di Johanna Canitch che è stata la corista del gruppo per molti anni e che più di ogni altro conosceva Dolores, il suo modo di cantare e che dunque poteva muoversi tra quelle registrazioni così come avrebbe fatto lei. Terminato questo lavoro ci siamo poi chiusi in studio e abbiamo iniziato a lavorare sulla parte musicale dei brani, senza fretta, cercando il più possibile di ricreare quel sound e quelle atmosfere che erano tipiche dei Cranberries”.

Quando iniziava a farsi sera, era spontaneo per noi voltarci verso l’ingresso nella speranza di veder arrivare Dolores, realizzando però subito che ciò non sarebbe accaduto.

Quali sono stati i momenti più difficili?
“Quando ascoltando nelle cuffie la voce di Dolores speravamo che prima o poi comparisse in studio. Perché normalmente era questo che succedeva quando incidevamo un album: Dolores non si faceva vedere durante le ore del giorno; preoccupata per la sua voce e desiderosa di lavorarci sopra nella più assoluta tranquillità era solita arrivare sul tardi, quando il resto della band aveva già finito la sua parte di lavoro. A quel punto lei compariva e si fermava a chiacchierare. Poi noi ce ne andavamo, lasciavamo che facesse le sue cose sulle quali poi noi riprendevamo a lavorare. Ecco, quando iniziava a farsi sera, era spontaneo per noi voltarci verso l’ingresso nella speranza di vederla arrivare, realizzando però subito che ciò non sarebbe accaduto”.

Dalle sue risposte lascia intendere che, prima della sua scomparsa, tutti i problemi che avevano causato il prolungato stop della band e le difficoltà nel lavorare con Dolores si fossero appianati...
“Sì e no. Nel senso che lavorare con lei non era facile. Era una persona che aveva evidenti problemi, fisici e psicologici. Che stava cercando di risolvere e che, da parte nostra, cercavamo di gestire senza metterle troppa pressione. Però sembrava che tutto andasse bene. Negli ultimi mesi, soprattutto, continuava a ripetere che dovevamo scrivere molte canzoni, che aveva tante cose da raccontare. E in effetti lei e mio fratello (Noel Hogan – ndr) avevano iniziato a lavorare intensamente, sebbene vivessero uno in Europa e lei in America. Noel le inviava delle melodie via email, lei aggiungeva delle tracce vocali e rimandava tutto indietro. Inoltre era previsto che ci si trovasse per delle prove sia in vista di un tour primaverile in Cina, sia in viste della realizzazione di un nuovo disco di inediti. Insomma, eravamo in una fase di apparente normalità. Ecco perché ritengo che la sua morte (dovuta, secondo l’inchiesta della polizia, ad annegamento nella vasca dopo un’eccessiva bevuta – ndr) sia stata solo un terribile e tragico incidente. Aveva solo 46 anni... ti rendi conto?».

I Cranberries in un’immagine del 2011
I Cranberries in un’immagine del 2011

Ora che questo disco “di tributo” a Dolores è stato completato, cosa succederà?
“Nulla: lo pubblicheremo e con la pubblicazione chiuderemo ufficialmente l’avventura dei Cranberries. Non ci saranno infatti né tour promozionali né altre iniziative commemorative. Qualcuno ci ha suggerito che avremmo potuto continuare prendendo un’altra cantante, oppure che avremmo potuto utilizzare la tecnica degli ologrammi per degli show. Ma si tratta di cose che nessuno di noi ha mai preso in considerazione. I Cranberries eravamo noi quattro e senza uno dei componenti, soprattutto Dolores, non ha alcun senso andare avanti. Anche perché qualsiasi cosa venisse fatta suonerebbe falsa e questo noi non lo vogliamo. Per il grande rispetto che portiamo alla sua memoria ma anche per noi stessi. La pubblicazione di In the end, sarà infatti realmente la fine del gruppo”.

I tre componenti rimasti della band: da sinistra Mike Hogan, basso; Noel Hogan, chitarra e Fergal Lawler, batteria.
I tre componenti rimasti della band: da sinistra Mike Hogan, basso; Noel Hogan, chitarra e Fergal Lawler, batteria.
La copertina di «In The End», che uscirà ufficialmente il 26 aprile 2019.
La copertina di «In The End», che uscirà ufficialmente il 26 aprile 2019.