Il furto della verità

2014, 6 febbraio, ore 13.30, Locarno - Il primo pomeriggio s'affacciò all'ingresso dell'appartamento Gianotti in compagnia delle casalinghe bramose di caffè e nicotina. Lui, s'era portato appresso nubi scure e minacciose, le donne invece portarono in casa l'essenza della vita da massaie: chi aveva le mani cotte dall'acqua del lavabo, chi emanava ancora il profumo dell'aglio tagliato con la mezzaluna, chi non aveva fatto in tempo a togliersi la maglia sporca di ragù schizzato mentre trottava in pentola.L'energica Nonna Sofia portò in tavola il caffè, poi fissò le altre, abbassando le lenti sul naso per verificare, da sopra la montatura, se fossero attente, quindi riprese a parlare dopo un cenno del capo della sua amica. «Per farla breve, mio padre trovò il corpo di un uomo: il cadavere del padre di Alice!»«Oh, porca l'oca» si lasciò sfuggire Janu. «Mio Dio! E questo accadde nel 1936?» chiese Cora. «Già!» rispose pensierosa Alice. «Oh, che tragedia... avevi solo tredici anni. Chissà come deve essere stato brutto per te» osservò Elda.«Terribile» confermò Alice, «e se non ci fosse stata Sofia, vicino a me, chissà che cosa avrei potuto combinare...» «Ma che cosa accadde? Come morì?» chiese poi l'amica del piano di sotto, dopo aver superato la tristezza del momento. «Come detto, Oreste era il gestore del Tea Room e, siccome a quei tempi c'era molta crisi, qualcuno ipotizzò che potesse trattarsi della vittima di una lite finita male tra lui e un pufàt, sì insomma un cliente non pagante... sebbene, subito dopo, i sospetti caddero su un bandito sconosciuto, un italiano, che in quel periodo faceva man bassa un po' ovunque. L'unica cosa certa era l'assurdità dell'ipotesi di suicidio. Teoria che qualcuno diffuse in paese, rimarcando come Oreste Danzi avrebbe avuto buone ragioni per farlo: spinto ad esempio dalla paura di non riuscire più a mantenere la sua famiglia a causa del rischio di fallimento sempre dietro l'angolo. Ma per chi lo aveva ritrovato, un dettaglio smentiva questa congettura. Ad ogni modo il vero problema è che nessuno seppe mai la verità.»Sospesi a quell'ultima affermazione, le donne rimasero immobili per qualche secondo, come le barrette bianche fumanti che penzolavano dalle loro labbra.L'unica che si permise di fare un'osservazione fu Alice: «Già! La verità... per molti anni è rimasta sconosciuta, ma forse non davvero a tutti! Mi chiedo che interesse ci possa essere nel furto di una verità...»A volte, la verità può fare molto paura. Altre volte, è solo una piuma volata via dopo un perdono cercato con pentimento. La verità può anche tornare nel sonno di chi non è mai stato in grado di capirla, spesso in forma di incubi. Di certo fa quello che le pare. Ad esempio, dopo essere stata soffocata e tenuta nascosta, a volte accade che scoppi manifestandosi in tutta la sua brutalità, infischiandosene dei vivi e dei morti. In qualche caso può persino rischiare di rivelarsi una liberazione positiva. Quasi mai, comunque, è salutare portarsela dentro, nascosta, per troppo tempo. Qualcuno la rimuove e basta. Mentre altri se la trascinano come un sacco di montagna, che diventa ogni anno sempre più pesante. Eppure le verità del passato dovrebbero solo insegnare, mai tornare a chiedere il conto. Tra le tante rivendicazioni, però, va detto che quello che non capita praticamente quasi mai, è che un fantasma si rifaccia vivo dopo quasi ottant'anni solo per rubarne una, di verità. Se ciò accade, allora la faccenda si fa complicata e sospetta.- Continua -