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Il mistero del film di Greenaway fuori dal cartellone

Otto anni di produzione, ma la pellicola è invisibile: a Locarno comunque se ne sta parlando
Una scena del film La via per Parigi.
Mattia Sacchi
06.08.2021 11:30

Sono tanti i film che stanno già appassionando pubblico e critica. Uno di questi sta suscitando il grande interesse di molti addetti ai lavori, anche se è totalmente ignorato dal pubblico. Anzi, a dirla tutta non è neanche presente nel cartellone del Festival. Anche perché non è in alcun modo collegato al Pardo. Si tratta di La via per Parigi di Peter Greenaway, vero e proprio regista di culto per molti appassionati di cinema. Non ancora uscita in nessuna sala cinematografica, la pellicola narra, tra realtà e fantasia, il viaggio a piedi dello scultore rumeno Constantin Brâncuși da Bucarest alla capitale francese. Un racconto iniziatico dove l’artista, al tempo ventottenne, scopre i piaceri della vita occidentale e sviluppa il suo rapporto con le opere d’arte, che lo porteranno al modernismo. Un viaggio che vuole essere anche un inno all’Europa e alle peculiarità dei vari territori, nel pieno spirito del cineasta di Newport.

Un viaggio incredibile

Un viaggio altrettanto incredibile è però quello fatto per la realizzazione della pellicola, degno proprio di un film di Greenaway. Il regista gallese, noto per capolavori come Giochi nell’acqua e I racconti del cuscino, ha impiegato infatti ben otto anni per completare gli 83 minuti di film, incontrando molte peripezie, tra cui problemi di produzione che hanno bloccato i lavori per molto tempo e cambi in corsa degli attori protagonisti, alcuni dei quali stufi di aspettare il completamento delle riprese.

Perché è qui?

Ma perché l’ultimo lavoro del 79.enne regista britannico si trova a Locarno, se non fa parte della kermesse pardiana? Il motivo è semplice: nelle ultime settimane il film è stato finalmente completato, grazie a una coproduzione ticinese privata che - sfruttando il fatto che la città in questi giorni festivalieri sia il centro del mondo cinematografico - sta accogliendo per proiezioni private alcune delegazioni internazionali, interessate alla distribuzione o alla partecipazione dell’opera di Greenaway ai prossimi festival e concorsi internazionali. In particolare, proprio nelle ultime ore, una delegazione della Svizzera tedesca e una baltica avrebbero visionato La via per Parigi, non nascondendo una certa soddisfazione per la pellicola. Che riporta molti dei più classici stilemi “greenawaiani”, tra cui la sua ossessione compulsiva per i numeri. In questo caso il quattro: come le stagioni, le personalità e le fasi artistiche di Brancusi. Oltre, più ironicamente, ai quattro attori che si sono alternati nell’interpretazione dell’artista rumeno per la realizzazione del film.

Tanto Ticino

Un film, quello di Peter Greenaway, dove c’è tanto Ticino, non solo per quanto riguarda la produzione: una delle attrici protagoniste è infatti la leventinese Carla Juri, che peraltro reciterà alcuni dialoghi in dialetto ticinese. Juri, che nel 2017 ha fatto parte del cast di Blade Runner: 2049 di Dennis Villeneuve, è decisamente in buona compagnia: con lei figurano infatti artisti di grande esperienza come Margherita Schoch, Emun Elliott e soprattutto Remo Girone, che ha recentemente interpretato il ruolo di Enzo Ferrari nel blockbuster Le Mans ’66 – La grande sfida. Ma ticinese è anche buona parte dello staff che ha seguito le riprese, molte delle quali girate tra i Grigioni e l’Oberland zurighese, tra cui il direttore della fotografia Ariel Salati. Al momento Peter Greenaway si trova a Catanzaro per il Magna Graecia Film Festival e non è dato sapere se coglierà l’occasione del Pardo e delle proiezioni private del suo film per passare in questi giorni anche a Locarno. Un altro mistero, degno di uno dei suoi film.

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