La recensione

Il mondo di Tiziano Ferro

È uscito «Il mondo è nostro» (Universal), ottavo album in studio della ventennale carriera di Tiziano Ferro
Alessio Brunialti
10.11.2022 06:00

Sono passati più di vent’anni da Rosso relativo, l’album che ha rivelato Tiziano Ferro al grande pubblico e da allora la carriera dell’artista laziale non ha conosciuto battute d’arresto. A tre anni da Accetto miracoli, l’artista italiano torna sulle scene con Il mondo è nostro, disco che ha tutte le carte in regola per ripetere il successo internazionale dei suoi predecessori, forte di tredici nuovi brani in cui spicca una serie di duetti (oggi si dice featuring, anzi, solo feat.) di tutto rispetto. Uno in particolare corona un sogno e suona come un riconoscimento definitivo di Tiziano anche nel panorama musicale mondiale di un vero big che, in questi due decenni, ha venduto qualcosa come 200 milioni di dischi, cantando, oltre che in italiano, anche in inglese, spagnolo, portoghese e francese, riuscendo a conquistare un pubblico di fan sparsi in tutto il mondo. Un mondo che, sottolinea fin dal titolo, non è solo suo, ma di tutti, sottolineando così il rapporto che lo lega a chi lo segue.

Prodotto dallo stesso Ferro con Marco Sonzini, l’album spazia dai temi introspettivi de Il paradiso dei bugiardi, in cui parla del passato e anche della depressione che lo affliggeva, approdando a proclamare La vita splendida (il singolo di lancio). Quando io ho perso te vede Tiziano parlare al se stesso degli esordi, con vent’anni di meno di esperienza e di vita sulle spalle.

Come tutti i lavori che stanno uscendo in questo ultimo anno, anche Il mondo è nostro è stato concepito in piena era COVID e proprio il brano del titolo vuole essere un messaggio di ritrovata speranza, un invito a riprenderci la vita. E dal lockdown sono scaturiti alcuni dei duetti di cui si parlava prima. Quello con thasup (il rapper un tempo noto come Tha Supreme) si distingue fin dal titolo, r()t()nda, come quello con Ambra Angiolini che si chiama... Ambra / Tiziano. La collaborazione con Caparezza era un desiderio di lunga data, sfociato in L’angelo degli altri e di se stesso, tra funk, rap e hip hop. Ma si entra in zona leggenda con I miti, che vede la partecipazione di un vero mito della canzone italiana, Roberto Vecchioni, e ancora con For Her Love (Sempre amata), è il caso di dire nientepopodimeno che con Sting. È questo l’elemento di consacrazione definitiva: Tiziano Ferro diventa il terzo artista italiano con cui l’ex Police ha accettato di cantare, dopo Pavarotti e Zucchero. Al netto dei duetti, da sottolineare ben tre episodi dedicati alla paternità: La prima festa del papà (il secondo singolo), A parlare da zero e Mi rimani tu dedicata a entrambi i suoi pargoli.