Il New York Times acquista il popolare «Wordle»

Di Wordle ne avevamo parlato qualche settimana fa: gioco di parole online, è divenuto rapidamente una hit grazie anche a Twitter e l’hashtag #Wordle. In poco tempo i suoi utenti sono cresciuti, divenendo milioni nelle ultime settimane. Ora il New York Times ha annunciato di aver acquistato il videogioco: una mossa di mercato, dato che il famoso giornale statunitense intende puntare sui cruciverba e sulle pagine di intrattenimento per incrementare nel prossimo triennio il numero di abbonati. Il prezzo d’acquisto, ha fatto sapere il New York Times, è a sette cifre. Insomma, almeno un milione di dollari per il tanto amato rompicapo sviluppato da un ingegnere informatico di Brooklyn, Josh Wardle (guarda il video allegato a quest’articolo).
Un gioco che è un fenomeno. Un fenomeno di costume a livello mondiale, verrebbe da dire. Già, perché sono milioni, appunto, quelli che—ogni giorno—si collegano al sito powerlanguage.co.uk/wordle e si cimentano nella sfida tutt*-contro-tutt*: indovinare la parola del giorno. Uguale per tutti a livello globale. Cinque lettere. Sei tentativi per indovinare. C’è anche un sistema di colori che lancia all’utente una serie di indizi. Se no, che senso avrebbe avere sei tentativi? La casella della lettera che hai digitato—cercando di indovinare la parola—si è colorata di un minaccioso grigio? Acqua, la lettera non c’è nella parola da indovinare. La casella si colora di giallo? Fuochino, la lettera nella parola del giorno esiste, ma quella che hai collocato è nella posizione sbagliata. Quindi pensa ad un’altra parola... con la stessa lettera. Oppure... la casella diventa verde? Ottimo! La lettera è quella giusta, nella posizione giusta. Il sistema di colori impazza nelle reti sociali. Popola persino dei meme, con le sei linee composte sfruttando gli emoji che rappresentano i quadratini colorati, mostrando la progressione dei sei tentativi. Fino, appunto, ad arrivare alla linea con i cinque quadratini tutti in verde.

Un’idea semplice. Il cui concetto richiama il famoso «Mastermind» nel quale in gioco c’era la combinazione di colori. Ma, ancora di più, ricorda un quiz a premi inglese anni Ottanta-Novanta, «Lingo», con differenze piuttosto minime. Fatto sta che il successo raccolto finora (tre milioni di giocatori al giorno) è partito dal nulla e fino a poche settimane fa nessuno sapeva cosa fosse questo «Wordle». Il suo creatore, Josh Wardle (mannaggia a lui, che ha chiamato la sua idea con un... gioco di parole che sfrutta il suo cognome) ci ha pensato per anni ma senza aver mai avuto il tempo per svilupparlo. Ecco che arriva la pandemia e un’organizzazione diversa del tempo, che gli permette di mettere in piedi il suo «Golem». Lo carica a metà ottobre 2021 su un sito web. Sembra incredibile. Il giovane non si è nemmeno sforzato per creare un’app per dispositivi mobili. Compito di tantissimi imitatori che sarebbero arrivati solo in un secondo momento. Anche se la Apple avrebbe poi annunciato il ritiro, dal suo negozio in linea, di tutte le applicazioni che richiamano questo gioco.
Insomma, il 1° novembre i giocatori sono appena novanta. Ebbene sì. Novanta! Ma, ben presto, le cose prenderanno un’altra piega. Wordle è la classica idea «da un milione di dollari». Quella che richiama un altro sito, realizzato quasi vent’anni fa, la mitica «one million dollar page». Fra l’altro ancora raggiungibile tutt’oggi. Solo che il nostro Wardle non lo sa ancora. E pensare che avrebbe potuto guadagnarci nettamente di piû. Sarebbe stato sufficiente aspettare qualche tempo, vedere se all’orizzonte si fanno avanti altri offerenti, negoziare un po’... ma no. Ha voluto andare sul sicuro. Rimpinguare il portafogli grazie al New York Times... con una clausola. Quella di poter continuare a sviluppare la sua creazione. Sarà l’aria della Grande Mela, ma la forza travolgente che ha portato questa innovazione ai numeri strabilianti di oggi è stato proprio il passaparola: «Era solo un divertimento—ha raccontato Lau Chaak-ming, sviluppatore di «Wordle» e professore di linguistica a Hong Kong, all’agenzia Afp—. Ho pensato che sarebbe stato fantastico avere sulla piattaforma anche solo poche centinaia di persone. Ma mi ha sorpreso sapere che sono milioni a raccogliere la sfida. Sono felice e sorpreso, sì». Si può dire che il «motore» dell’esplosione è stata la mossa, da geniacci, di includere un pulsantino che permetteva, con un clic, di condividere la propria performance su Wordle direttamente sui social media. Questa mossa ha fatto sì che gli utenti raggiungessero, e siamo al 2 gennaio 2022, quota 300.000. La curva continua a salire vertiginosamente. L’8 gennaio sono già due milioni. verso fine gennaio tre milioni. Quando si arresterà? Chissà. L’idea del New York Times sarebbe quella di sfruttare il nuovo acquisto come «boomerang» per l’incremento dei propri abbonati digitali. L’obiettivo, ufficiale, sarebbe raggiungere quota dieci milioni entro il 2025. Un traguardo ambizioso ma non impossibile, dato che oggi sono cinque e mezzo solo per le news digitali, ai quali vanno aggiunti i quasi 1,5 legati al mondo «games, cooking, and audio» (giochi, cucina e audio). Wardle, dal suo profilo Twitter, si è ovviamente affrettato a tranquillizzare i suoi seguaci: «Wordle rimarrà per sempre gratuito: anche sulla piattaforma a pagamento del NYT».