Il Nobel per la pace? Diamolo ai nazionalisti tedeschi

La Nota
Il premio Nobel per la Pace diamolo ai nazionalisti tedeschi. Chi li vede arrabattarsi in questi giorni contro la firma del Patto di Locarno, esporre le idee più – diciamolo con un termine delicato – bestiali, urlare come ossessi cose dell’altro mondo (esclusi Paradiso e Purgatorio), minacciare a destra e a sinistra di prendere a schiaffi l’Europa, a sciabolate l’Universo, non può non ammettere che i migliori collaboratori per la Pace mondiale sono essi, i nazionalisti tedeschi.
I pazzi fanno rinvenire i sani. E quando la gente legge e sente le ragioni deliranti dei nazionalisti tedeschi in preda al delirium tremens causato dalla intossicazione ipernazionalista, si persuade sempre più che la strada che batte o che sollecita a battere quel gruppo di energumeni conduce se non al manicomio, certo al più vicino precipizio.
E lo stesso popolo tedesco, il quale sta scontando e sconterà chissà fino a quanto la politica bellicosa dei signori nazionalisti, all’udire certe voci, certe espressioni che richiamano alla memoria infausti tempi dell’anteguerra germanico, sente più forte la reazione contro il nazionalismo e la politica di guerra e, seguendo le classi dirigenti più illuminate, non intossicate dall’alcoolismo nazionalista, si volge verso una politica di conciliazione, di pace, di lealtà, muove i suoi passi verso quello che – se non ne verrà deformato lo spirito – sarà il Tempio della Pace mondiale, verso la Società delle Nazioni.
Considerate dunque la questione sotto questo aspetto: negli effetti indiretti della propaganda nazionalista tedesca contro il Patto di Locarno, contro la Società delle Nazioni, contro tutto quello che ha odore di pace, è evidente che il premio Nobel per la Pace tocchi ai nazionalisti tedeschi. Migliori propagandisti per la causa della pace non se ne potrebbero trovare in altri campi.
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