Film festival

Il Pardo vuol tornare a ruggire

Pur dovendo fare i conti con la pandemia la rassegna intende proporre un’edizione tradizionale, con la piazza a farla da padrona – Capienza e altri dettagli saranno naturalmente dettati dalle indicazioni di Berna – Marco Solari: «Dobbiamo riappropriarci della nostra anima»
In piazza Grande, simbolo del Festival, da sinistra Giona A. Nazzaro, Marco Solari, Raphaël Brunschwig e Simona Gamba. © Ti-Press/Samuel Golay
Luca Pelloni
14.04.2021 18:52

«Vietati i pensieri negativi. Vietati i dubbi. E vietato fermarsi». In queste parole del presidente del Locarno Film Festival, Marco Solari, si racchiude il futuro della kermesse pardata. Sia riferendoci all’immediato, sia all’evoluzione della rassegna. Partiamo dalla 74. edizione in programma dal 4 al 14 agosto. «Abbiamo tutte le tutte le intenzioni di svolgere il Festival in maniera tradizionale», spiega subito Solari, intervistato dal CdT a margine dell’assemblea online svolta nel pomeriggio. «E al centro di questo pensiero – sorretto dal fuoco sacro che mobilita una squadra di circa 100 collaboratori al lavoro da tempo per raggiungere l’obiettivo – sta la necessità di riappropriarci dell’anima del Festival. Ossia di piazza Grande», continua Solari. «Quello che ci distingue dagli altri è proprio l’atmosfera che si crea in piazza e anche attorno a questo cuore pulsante. Con la Città e tutto il Locarnese che si tingono di giallo e nero e con la gente, la quale immergendosi in questo clima diventa a sua volta l’anima della rassegna».

Si ascolta solo Berna
«Naturalmente, saremo sempre ligi nel rispettare le disposizioni in vigore per limitare la diffusione del coronavirus», riprende ancora il presidente. «Ma una cosa è chiara: l’unico, che potrà proibirci di svolgere il Festival come desidereremmo, è il Consiglio federale». Dunque, se ad esempio Berna imporrà una riduzione della capienza della piazza, ci si adeguerà. Ma il Pardo ha tutte le intenzioni di tornare a ruggire con vigore. Anche più di quanto abbia mai fatto.

All’aperto e in sala
I dettagli del piano festivaliero in presenza ipotizzabile in questo momento sono stati illustrati durante la riunione dal direttore operativo Raphaël Brunschwig. In particolare in piazza si prevedono 3.000 persone. Mentre sono 12 le sale che ospiteranno le proiezioni, con capienza stimata ora al 50%. Maggiori dettagli saranno forniti da Berna nelle prossime settimane. Per ciò che riguarda la rotonda, inoltre, «si sta sviluppando un progetto culturale con la Mobiliare, che potrebbe accogliere 1.000 persone». Rotonda che, tra l’altro, finanziariamente sarà inserita nel corpus del Festival e non sarà più gestita da una Sagl. A proposito è stata votata un’apposita modifica degli statuti.

Riflessi economici e psicologici
Quello di Locarno è uno tra i maggiori festival cinematografici al mondo. E gode di grande riconoscimento su scala internazionale. «Ma la questione non è solamente culturale. Il rilancio della rassegna è anche foriero di grandi risvolti psicologici ed economici», rimarca Solari. Quasi un simbolo di risurrezione dopo il buio portato dalla pandemia. «Il Pardo e la sua reputazione – aggiunge ancora Solari – fanno bene anche alla politica svizzera e ticinese».

Evoluzione accelerata
Bando alle negatività. Diceva Solari in apertura. Ma anche proibito fermarsi. Cosa intende? «Per rimanere tra i big dobbiamo necessariamente cambiare», risponde il nostro interlocutore. «Non parlo di una rivoluzione, ma di un’evoluzione accelerata. Per crescere, infatti, non possiamo permetterci di riposare. Anzi, dobbiamo essere in grado di anticipare l’evoluzione della società». Una società, ad esempio, che vuole e deve dare il giusto riconoscimento al ruolo della donna. Oppure in cui le minoranze stanno (ri)alzando la testa e in cui l’ecologia grida quasi disperatamente in cerca di aiuto. Naturalmente – l’anno scorso ce ne ha dato la prova – la digitalizzazione giocherà un ruolo fondamentale. Ma anche la presenza fisica dovrà giocare la sua insostituibile parte. Il tutto nell’intento di essere presenti non solo durante 11 giorni di agosto, ma durante tutto l’arco dell’anno. Solari a proposito ha parlato di «Locarno 365».

Rispondere alle trasformazioni
«Locarno e la piazza Grande devono riprendere il loro ruolo di protagoniste del cinema e della cultura. L’obiettivo è un Festival in grado di affrontare le numerose trasformazioni dell’audiovisivo e rispondere creativamente alle esigenze dei nuovi pubblici», gli ha fatto eco il direttore artistico Giona A. Nazzaro. «Un Festival in grado, dunque, di dialogare con l’industria cinematografica e i suoi nuovi protagonisti, capace di assegnarsi il compito di individuare le forme dei futuri possibili».

Sviluppo digitale
La vice direttrice operativa e responsabile dell’innovazione Simona Gamba ha infine illustrato gli sviluppi digitali presenti e futuri del Festival, che rientrano in un piano quinquennale, mentre la responsabile marketing Fabienne Merlet ha presentato il primo rapporto di sostenibilità del Festival, che mette in evidenza le pratiche a favore dell’economia del territorio, dell’ambiente e delle nuove generazioni. In conclusione, da rilevare che nel CdA è stata nominata Nadia Dresti, ex responsabile di Locarno Pro, responsabile artistica ad interim del Locarno Film Festival fino a dicembre e attualmente consulente per le relazioni internazionali della rassegna.

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