Sanremo 2022

Il ricco mosaico del festival e i suoi principali tasselli

Nella terza serata, dominata dalle presenze di Drusilla Foer, Cesare Cremonini e Roberto Saviano, il riascolto dei 25 brani in gara e l’entrata in scena di tutte le Giurie ha permesso di stilare le prime reali considerazioni sui possibili vincitori
© EPA/Ettore Ferrari (KEYSTONE)
Red. Online
03.02.2022 23:48

Ci sono volute tre serate per cominciare ad avere un quadro preciso del 72. Festival di Sanremo. Le prime due – martedì e mercoledì – per far conoscenza con le 25 canzoni in gara; la terza, questa sera, per collocarle nel giusto contesto dopo averle «metabolizzate» e aver fatto la tara delle problematiche che possono aver condizionato il nostro approccio ad esse – dai limiti di voce evidenziati da qualche cantante durante la prima uscita e leggermente superati nella successiva, alle risolte difficoltà di adattamento di qualcun altro ad un palco non semplice quale quello sanremese, reso ulteriormente complicato, quest’anno, dalla COVID e alle misure per un suo contenimento (tradotto: molti cantanti non hanno potuto effettuare delle «vere» prove assieme all’orchestra a causa dei numerosi casi di positività al virus riscontratisi negli staff sanremesi che hanno trasformato i preparativi in una autentica gimkana). Ecco perché solo al termine della serata, durante la quale il pubblico ha potuto ascoltare tutte le canzoni in competizione, è stato possibile iniziare a stilare un bilancio qualitativo delle stesse e a pronunciare qualche previsione vera sul possibile esito della gara.

Poche brutte, parecchie inutili

Gara all’interno della quale, va sottolineato, di canzoni davvero «brutte» ce ne sono poche: forse manca quella che diventerà il «tormentone» dei prossimi mesi (ma è una critica che si fa tutti gli anni, salvo poi scoprire, a posteriori, che non è così) e forse ce ne sono parecchie etichettabili come «inutili» (leggi brani scritti e cantati bene ma che dopo averli ascoltati scivolano via senza lasciare la minima impressione): il livello medio delle stesse è tuttavia tendente al rialzo con numerosi brani che pur con ridotte chance di puntare alla vittoria o di un alto posizionamento nella graduatoria finale, hanno le carte in regola per entrare stabilmente nelle programmazioni delle radio e delle discoteche. Ci riferiamo in particolare a Ciao Ciao de La rappresentante di lista, Dove si balla di un divertente Dargen D’Amico, Chimica di Ditonellapiaga/Rettore, Sesso occasionale di Tananai, Domenica del sempre provocatorio Achille Lauro ma anche alle proposte di Aka 7even e Sangiovanni.

I principali favoriti

Anche per quanto riguarda un possibile accesso al podio questa serata ha fornito parecchie indicazioni. L’ampia passerella sonora, caratterizzata dalla presenza nella doppia veste di co-presentatrice e di spalla brillante del presentatore di Drusilla Foer – la nobildonna toscana inventata dall’attore Gianluca Gori ispirandosi al compianto Paolo Poli, e divenuta il suo elegante ma anche trasgressivo e ironico alter-ego– dall’intervento «impegnato» di Roberto Saviano che ha ricordato Giovanni Falcone e Paolo Borsellino («due uomini che hanno cambiato radicalmente non solo le modalità del contrasto alle organizzazioni criminali, ma anche la loro narrazione») nonché dalla presenza di Cesare Cremonini che ha festeggiato i suoi vent’anni di carriera con un paio di intense e coinvolgenti interventi, ha lasciato intendere, anche a seguito dell’entrata in scena del Televoto e della Giuria Demoscopica, che la lotta è presumibilmente restringibile ad un ristretto lotto di concorrenti quali Mahmood e Blanco, Elisa, Gianni Morandi cui è possibile aggiungere, nel ruolo di «guastafeste» Emma, Massimo Ranieri, Irama e Noemi.

Domani sera largo alle cover

In attesa di verificare sul campo le nostre supposizioni, domani, in quella che da un decennio è diventata la serata più creativa del festival, tutti i concorrenti lasceranno da parte momentaneamente le proprie «creature» per dedicarsi ad altro: ognuno di loro sarà infatti chiamato ad interpretare un brano scelto nel repertorio italiano e internazionale dagli anni Sessanta agli anni Novanta, da proporre anche avvalendosi di speciali ospiti. Un’opportunità che molti hanno colto sia per proporsi in una dimensione diversa da quella festivaliera (vedi Noemi che riscoprirà il suo spirito soul interpretando (You make me feel) like a natural woman di Aretha Franklin o Yuman che si cimenterà con il classicissimo My Way), molti altri invece per invitare all’Ariston personaggi che altrimenti non avrebbero mai calcato il palcoscenico festivaliero. Come Vinicio Capossela che canterà assieme a Giovanni Truppi Nella mia ora di libertà di Fabrizio De Andrè; la superdiscografica Caterina Caselli che ritornerà dall’altra parte della barricata riproponendo la sua storica Nessuno mi può giudicare con Ditonellapiaga e Rettore; i Calibro 35 che con Rkomi celebreranno il 70. compleanno di Vasco Rossi (che cade proprio in questi giorni). E anche questo è un successo non da poco per il direttore artistico Amadeus.

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