La recensione

Il viaggio intorno al Sole di Lorenzo Cherubini

A cinque anni di distanza dal precedente lavoro registrato in studio e dopo la sbornia estiva dei megaconcerti sulle spiagge, Jovanotti torna alla discografia raccogliendo in un doppio album le sue più recenti canzoni che, assieme ad alcuni inediti, regalano un ritratto introspettivo dell’artista
Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, è nato a Roma il 27 settembre 1966. In quasi 40 anni di carriera ha pubblicato una trentina di album.
Alessio Brunialti
15.12.2022 06:00

C’erano una volta I Dischi del Sole: era il nome di una casa discografica milanese assolutamente engagé fondata nei primi anni Sessanta e che aveva in catalogo opere di artisti come Giovanna Marini, Ivan Della Mea, Caterina Bueno e Paolo Pietrangeli. Ma naturalmente tutto questo è solo un ricordo e Il disco del sole, primo album registrato in studio da Jovanotti da cinque anni a questa parte, è tutt’altro, anche se, a modo suo, è sempre un disco impegnato. Allora si parlava, anzi, si cantava di politica. Il nuovo tema, invece, è quello ecologico, la difesa della nostra casa comune. L’album «raccoglie canzoni che sono nate in questi due anni recenti e fulminei che hanno ribaltato parecchie consuetudini», ha detto l’autore.

«Per dirne una che riguarda me e la mia musica, non ho scritto queste canzoni perché fossero un album, le ho scritte una alla volta per stare dentro alla musica, per tenere aperto un ponte immaginario tra il mio cuore e tutto il resto. Il disco del sole è il titolo di un disco ed è soprattutto riferito alla stella e alla sua forma. Il pianeta chiamato Terra, dove esiste questa cosa che chiamiamo vita, negli ultimi due anni ha compiuto due giri completi intorno alla stella che chiamiamo Sole. In questi due anni ogni giorno ho guardato il sole, come se fosse l’unica cosa stabile ovunque mi trovassi, mentre tutto il resto vacillava».

Questo nuovo lavoro di Jovanotti arriva dopo la sbornia estiva di grandi concerti sulle spiagge e anche se propone un artista più introspettivo, al suo interno non difetta degli «up tempo», a iniziare da I Love You Baby che vede Lorenzo Cherubini sempre più cantante e meno rapper, complice l’autotune che risolve il perenne problema di intonazione (per i difetti di pronuncia che fanno la gioia degli imitatori, fortunatamente, non c’è niente da fare, altrimenti canterebbe il computer).

Inizialmente i brani contenuti nell’album erano stati dispersi su tre Ep, che hanno colpito la critica per il coinvolgimento del producer americano Rick Rubin. Ora tutte le quelle tracce, con tre inediti, fanno parte di un doppio che alterna ballate (Se lo senti lo sai, Tra me e te, Mariacallas), brani elettro (La primavera, Oasi, Yalla yalla, E si fa bello per te), funk (Sensibile all’estate), rock (Allelù), pezzi da cantautore classico (Un amore come il nostro, Tirannosauro rex, Ricordati di vivere, Non dimenticar, Everest), ma anche rap «old school» (Mediterraneo, In viaggio), world music (Corpo a corpo) e, naturalmente, quelli già pronti per far saltare la gente al prossimo giro di concerti , come Alla salute, Border Jam e Il boom.