In Ticino si deve parlare italiano, non tedesco...

Si parla italiano
Ad una ad una le osterie e i ristoranti di Lugano passano nelle mani di confederati; accenniamo ad alcuni: il Williger, il Mäder, il Grütli, il Winkelried, ed ora il Tuscolo che è diventato una Tessiner Stube. Si vede che i nostri confederati hanno un maggior spirito di intraprendenza e sanno far bene i loro affari; ed infatti quasi tutti questi ritrovi confederati funzionano bene e son riusciti a formarsi una buona clientela anche fra l’elemento ticinese.
Dobbiamo però osservare una cosa e cioè che quasi tutti questi esercizi di proprietà di confederati hanno la ditta in lingua tedesca; se la memoria non ci inganna esiste una decisione del Consiglio comunale la quale prescrive che le ditte dei negozi e degli esercizi siano scritte anzitutto in lingua italiana; ed è giusto; il Ticino è paese di lingua italiana; negli atti ufficiali, per chi l’avesse dimenticato, molte volte figura sotto il nome di Svizzera italiana; la lingua italiana è una parte cospicua del patrimonio ticinese, è la lingua nostra quella ufficiale, quella delle scuole, quella del nostro popolo, onde è giusto ci si tenga a che la nostra lingua non venga negletta o posposta ad altre lingue.
Per questo insistiamo affinchè sia il Dipartimento degli interni, quando concede patenti ad esercenti, sia la Municipalità, quando concede licenza di apertura di esercizio e di esposizione di insegne, esortino, e ove occorra impongano, l’uso per la ditta della lingua italiana. Benvenuti i confederati nel commercio locale, essi portano un fruttuoso spirito di intraprendenza e di lavoro, ci facciano però la cortesia di non dimenticare che nel Ticino si parla italiano. L’uso della ditta in lingua italiana è del resto nel loro interesse; i forestieri che vengono nel Ticino amano trovarsi nella sua più schietta purezza il colore locale; per essi tutto quanto ha colore e sapore locale, comprese le iscrizioni e le ditte nella lingua italiana, costituisce una speciale attrattiva, è quindi anche dal punto di vista esclusivamente affaristico che si può esortare l’uso della lingua del paese che è appunto la lingua italiana.
Il rapporto dell’Ufficio aereo
sulla caduta dell'aviatore francese Echard
Il capitano aviatore Echard, che aveva già terminato le due prime tappe del Circuito internazionale delle Alpi, partì il 7 settembre alle 12.07 da Bellinzona, direzione Dübendorf, in condizioni normali. Era l’ultimo di una serie di 13 aviatori che nella stessa mattinata compivano il percorso dell’ultima tappa. Egli seguiva a pochi minuti di distanza due aviatori svizzeri e ne sorpassò uno appunto sopra Bodio. Fu allora che si staccò un’ala dell’apparecchio: l’aeroplano proseguì precipitando poi a terra dall’altezza di circa 3.000 metri sulla parete rocciosa del monte Ghiso a est di Bodio, distruggendosi. L’aviatore rimase morto sul colpo. L’ala staccatasi venne ritrovata a circa 800 metri di distanza. Contrariamente alle prime informazioni, non si verificò a bordo dell’apparecchio alcun incendio.
Ufficio aereo federale
Isler