Incontro con Doriano Solinas

Che percorso ha fatto prima di definire la sua professione?
«Non ho fatto scuole specifiche di disegno, anzi, il mio percorso scolastico è stato prettamente tecnico e per anni ho lavorato per la maggiore società di telecomunicazioni italiana. Paradossalmente, credo che sia stata proprio l'attività tecnica a favorire in me lo sviluppo di alcune caratteristiche presenti nella mia attuale professione.
La mentalità tecnica permette di bilanciare la parte fantastica che è in noi riportandola nei giusti binari, viceversa, la fantasia, permette di trovare innovazioni tecniche inusuali».
Lei ha fatto disegni di satira politica, poi ha smesso: come mai?
«Ho smesso quando mi sono reso conto che le vignette, se osservate dopo qualche giorno, risultavano vecchie ed inutili. Riuscire a fare una buona battuta satirica comporta un continuo aggiornamento e diverse ore per affinarla; è un peccato, quindi, che tale lavoro abbia una vita troppo breve. Inoltre, la satira politica ha, normalmente, una distribuzione ristretta e comunque nazionale. Ma, forse, il motivo principale è che ho sempre amato i disegni (umoristici, a tema o di costume) senza parole capaci di destare curiosità ed apprezzamento in chiunque li osservi, senza distinzione di razza, credo politico e nazionalità.
Un disegno, una canzone, un film, una scultura, devono ambire ad essere internazionali, a non avere confini».
Intervista completa nell'edizione cartacea del CdT