Grande schermo

Intramontabili cineclub

Dopo anni non facili, i circoli del cinema ticinesi raccolgono sempre più consensi, anche grazie a iniziative originali
© Archivio CdT
Giovanni Valerio
21.02.2020 15:17

Già nel 1957 Cesare Zavattini, lo sceneggiatore di Ladri di biciclette, parlava di crisi dei circoli del cinema. Il «nemico» era la televisione, che allora trasmetteva su un solo canale e costava così tanto che ce l’avevano solo i bar. Sono passati più di sessant’anni, adesso la concorrenza la fanno YouTube, i social media e le piattaforme con le serie, ma i cineclub sono ancora vivi. Hanno passato anni non facili (come il cinema stesso) ma sembrano aver trovato una loro via e una loro ragione di esistere. Anche nella Svizzera italiana: basta consultare la programmazione nella fascia gialla a loro dedicata, pubblicata ogni settimana su questo giornale. Rassegne, proiezioni in lingua originale, film per bambini, introduzioni di esperti e dibattiti a seguire: ce n’è davvero per tutti i gusti. In ogni angolo del cantone, da Acquarossa a Vacallo.

Una scena del film «Tempi moderni» di Charlie Chaplin
Una scena del film «Tempi moderni» di Charlie Chaplin

Tendenza in crescita
Il primo Circolo del Cinema ticinese nasce nel 1947 a Locarno, un anno dopo il Festival, grazie a Virgilio Gilardoni che presenta, oltre ai capolavori di Chaplin, Renoir e Welles, anche incontri con i critici italiani. Il cineclub è luogo di scoperta, di confronto, anche di dibattito politico. Qualche tempo dopo nascono quelli di Bellinzona, Chiasso e Lugano. La crisi arriva a fine Anni Sessanta, con la tv di massa. Scompaiono Lugano e Chiasso, Bellinzona interrompe l’attività. La rinascita avviene il decennio successivo, con la ripresa del Circolo del Cinema di Bellinzona (1976) e poi con la costituzione dell’Associazione dei circoli del cinema della Svizzera italiana. Anche se quest’ultima ora non esiste più, la collaborazione tra cineclub è attiva più che mai. E il pubblico apprezza. Il successo di Bellinzona è stato più volte additato come modello da Cinélibre, l’associazione nazionale dei cineclub. «I dati sono rallegranti – conferma il direttore artistico Michele Dell’Ambrogio – abbiamo una media di spettatori molto elevata, una settantina, su un totale di 337 soci. Stanno andando molto bene le rassegne sulla Polonia, sul regista giapponese Kore-eda e anche su Douglas Sirk». Soddisfatta pure Giorgina Gaffurini di LuganoCinema93: «Negli ultimi due anni abbiamo registrato un aumento di pubblico di varie età e la rassegna su Kore-eda sta largamente confermando questa tendenza». Dopo le proiezioni alla Morettina, ora il Circolo di Locarno ha trovato una vera sala, come spiega Andrea Baumer del Gruppo di lavoro: «con il passaggio al Gran Rex gli spettatori sono aumentati, fino ad arrivare a una media di 60 a serata. Ma siamo sempre al limite fra entrate e uscite, dato che l’impegno finanziario per l’affitto della sala è importante: più di metà dei costi annuali».

❝Qui il cinema ha ancora un’aura di «sacralità», come dovrebbe essere di fronte <br />a un’opera d’arte, la settima arte...❞

Lontano dal «cinema pop corn»
«Il nostro è un pubblico di 50-60.enni», spiega Dell’Ambrogio. Chi ha superato gli «anta» apprezza l’atmosfera del cineclub, così diversa da quella delle multisale. Qui gli spettatori non masticano popcorn sorseggiando rumorosamente bevande gassate. Non chattano sul telefonino e (di solito) non parlano a voce alta. Qui il cinema ha ancora una sua aura di «sacralità», come dovrebbe essere di fronte a un’opera d’arte, la settima arte... Ed è proprio questa atmosfera ad attrarre sempre di più gli spettatori «diversamente giovani». Tanto che oltre San Gottardo va di moda il «cinema dolcevita», ovvero le proiezioni pomeridiane per i «senioren». Nata nel 2004 in collaborazione con ProSenectute a Bienne, la programmazione ora tocca una dozzina di sale (info sul sito: www.cinedolcevita.ch), da Friburgo a Soletta, con film di qualità, presentazioni e dibattiti. E – importante – uno spazio per bere un caffè e socializzare prima e dopo le proiezioni. Da noi, il Lux Art House di Massagno, in collaborazione con la casa anziani Girasole, propone la rassegna cinematografica Ritroviamoci al cinema: cinque film interpretati da Bruno Ganz (il prossimo, L’eternità e un giorno, il 25 febbraio) proposti l’ultimo martedì del mese alle 14.30. La rassegna diventa quindi anche occasione e luogo d’incontro. Magari per poi concludersi con una bella spaghettata, come propone lo Spazio Elle di Locarno in occasione della rassegna Spaghetti western.

Nel film Il secondo tragico Fantozzi, quest’ultimo, dopo essere stato obbligato insieme ai colleghi a «terrificanti visioni dei classici del cinema», dice infine che per lui «La corazzata Kotiomkin è una cagata pazzesca».
Nel film Il secondo tragico Fantozzi, quest’ultimo, dopo essere stato obbligato insieme ai colleghi a «terrificanti visioni dei classici del cinema», dice infine che per lui «La corazzata Kotiomkin è una cagata pazzesca».

Sì, il dibattito sì!
Negli Anni Settanta, si prendeva in giro il dibattito dopo il film, con i critici snob che usavano i paroloni e tutto era impegno e partecipazione. «Per me, la Corazzata Kotiomkin è una cagata pazzesca!»: così si permetteva di «bestemmiare» il ragionier Fantozzi. Nel suo primo film, Io sono un autarchico, Nanni Moretti si ribellava gridando «No, il dibattito no!». Ora invece il cinema diventa spunto di riflessione, sì specchio del mondo ma anche chiave per interpretarlo. Si parte da un film per parlare di filosofia (l’ha fatto la Fondazione Majid di Ascona), scienza (la rassegna Cervello e cinema promossa da Braincircle Lugano e quella del CISA sul tema del sonno), di un paese (lo farà Manno Film Mondo, dal 27 al 29 marzo, quest’anno sul Nicaragua). La formula cinema più dibattito è vincente. Lo conferma anche la rassegna Guardando insieme, giunta alla 7. edizione, con una decina di film (dal 2 marzo) introdotti da esperti o dai registi. Già dal nome, Giornate del film intergenerazionale, la rassegna punta a riconquistare quel pubblico giovane che ancora manca nei cineclub.