Cinema

«Io giurata degli Oscar? Tutto merito dell’Amica geniale»

La truccatrice ticinese Esmé Sciaroni racconta un evento del tutto inatteso
Esmé Sciaroni al Festival di Locarno 2017, dove le è stato assegnato il Premio Cinema Ticino. © CDT/ZOCCHETTI
Antonio Mariotti
08.08.2020 06:00

Vincitrice del Premio Cinema Ticino 2017, frequentatrice fedele del Festival di Locarno, truccatrice affermata in Italia ma non solo, la ticinese Esmé Sciaroni è stata di recente ammessa nel prestigioso gremio dei giurati dei premi Oscar. Abbiamo parlato con lei di questo inatteso annuncio e dei mutamenti che si prospettano per chi, tornerà presto a lavora sui set cinematografici.

Come l’hanno contatta da Hollywood per farle sapere che sarebbe stata nominata membro dell’Academy of Motion Pictures nell’ambito di un rinnovamento volto ad aumentare il numero di donne, cittadini non statunitensi e rappresentanti di minoranze etniche?

«L’ho saputo il 1. luglio via email con un messaggio di caldo benvenuto, congratulazioni e “arrivederci a presto“. All’inizio ho pensato a uno scherzo, anche perché non avevo mai avuto contatti diretti con loro. Avevo ricevuto solo una telefonata da una persona che non conosco personalmente che mi ha chiesto l’indirizzo di posta elettronica per conto dell’Academy, senza spiegarmene i motivi. Pensavo volessero chiedermi qualcosa sul mio lavoro sulla serie L’amica geniale, e invece una settimana dopo mi è arrivato l’annuncio».

E adesso?

«Adesso ho incontrato i nuovi membri italiani dell’Academy, anche se io sono svizzera, e mi sono trovata al fianco di personaggi ben più famosi di me: da Francesca Archibugi a Cristina Comencini a Maria Sole Tognazzi, tanto per fare qualche nome. Adesso tutti mi chiedono: “Ma come hai fatto?“ e io non posso che rispondere “Non lo so“. Mi toccherà votare per gli Oscar, ma non so ancora in quali categorie ma il calendario delle scadenze è già molto fitto, in vista della cerimonia di consegna dei premi del prossimo 25 aprile».

Il suo curriculum ricco di collaborazioni con registi prestigiosi avrà di certo contato?

«Certo, ho lavorato su molti film d’autore ma credo che tutto sia partito dal mio lavoro come makeup designer sulla prima stagione della serie L’amica geniale. È stata la serie straniera più vista in America nella scorsa stagione e tra l’altro anche la prima che non è stata doppiata ma solo sottotitolata. È stato un evento che ha avuto un riscontro maggiore negli USA addirittura rispetto all’Italia o all’Europa. Penso sia andata così ma non ne ho la certezza, non saprei nemmeno a chi chiedere».

Il blocco delle riprese in seguito alla crisi sanitaria ha avuto ripercussioni sul suo lavoro?

«Per fortuna non molte. Da un paio di mesi avevo finito le riprese della seconda stagione dell’Amica geniale (ancora inedita: ndr.) e sono riuscita anche a terminare un’opera prima, diretta da Michela Cescon - che è anche un’attrice conosciuta - con Valeria Golino e Jean-Hugues Anglade, ambientata tra l’altro in una Roma deserta quando ancora non si parlava di pandemia. Avevo altre proposte che per ora sono ferme, ma sarò impegnata anche sulla terza stagione dell’Amica geniale, la cui preparazione ha però subito ritardi».

Ma sui set italiani si sta riprendendo a lavorare?

«A poco a poco sì, ma negli ultimi mesi sono stati elaborati tutta una serie di protocolli di comportamento, perché su un set c’è sempre molta gente a stretto contatto. Regole molto severe a cui tutti ora si devono attenere, perché basta che una persona si ammali e tutto si ferma per la quarantena. Pare che tutti abbiano fretta di ricominciare, perché si teme l’arrivo della seconda ondata del virus e si spera di poter mettere fieno in cascina prima che sia troppo tardi. Per noi truccatori le precauzioni sono particolarmente importanti poiché siamo a stretto contatto con molte persone, in particolare con gli attori. Quindi torneremo a lavorare con mascherine, visiere, occhialoni, come il personale sanitario. Bisognerà riorganizzare il lavoro di tutti i reparti, mentre sul set vero e proprio ci sarà pochissima gente e si dovrà controllare tutto via monitor. Senza contare l’obbligo di fare tamponi regolarmente, pare una volta la settimana. E per girare una serie come L’amica geniale bisogna contare tra gli 8 e i 10 mesi di lavoro e quindi prima di cominciare bisogna avere delle certezze».

Su questa serie il suo lavoro ha inglobato anche nuovi aspetti: ce li può illustrare?

«In quanto makeup designer creo il disegno del trucco di tutti i personaggi per tutti i cambiamenti nelle differenti epoche, mentre come Capo del dipartimento trucco mi occupo di far funzionare un reparto di una dozzina di persone fisse, truccatrici e parrucchiere, e di un numero imprecisato di truccatori e parrucchieri aggiunti per le scene di massa, anche se poi trucco materialmente anche le protagoniste e non solo. È un impegno molto duro, ma devo davvero ringraziare il regista Saverio Costanzo che mi ha dato questa opportunità».