Sanremo 2021

Irama in... remoto porta all’Ariston Francesco Guccini

Tante canzoni della tradizione d’autore nelle scelte dei 26 «Big» - Il commento e le pagelle della terza serata
Gli Extraliscio hanno provato a trasformare l’Ariston in una balera carnevalesca. / © EPA/Ettore Ferrari
Red. Online
05.03.2021 06:00

Primo Ermal Meta, seconda Annalisa e terzo Irama: queste le prime tre posizioni della classifica provvisoria dopo la prima tornata di esibizioni dei 26 «Big» in gara. Artisti che ieri sono stati protagonisti di quello che, da anni, è uno dei momenti più seguiti della rassegna: la serata delle cover durante la quale mettere in «stand by» le canzoni in gara per confrontarsi, da soli o con ospiti a loro scelta, con classici della canzone italiana. Tra le performance più interessanti della serata (apertasi con 4 marzo 1943, omaggio dei Negramaro a Lucio Dalla di cui ieri ricorreva l’anniversario della nascita, celebrato anche da Ermal Meta con una bella versione di Caruso), caratterizzata dalla presenza di tantissimi brani della tradizione d’autore, gli Extraliscio che hanno trasformato l’Ariston in un capannone di Carnevale, Irama che in... remoto (ossia con la registrazione delle prove) ha fatto debuttare sul palco sanremese Francesco Guccini (presente con un’originale introduzione vocale) e la sua splendida Cyrano, Fulminacci in versione funk con una bella rivisitazione della Penso Positivo jovanottiana.

Archiviato questo sempre gradevole momento, stasera riprende la competizione, dapprima con l’esibizione dei quattro finalisti delle Giovani proposte e di seguito con tutti i 26 i partecipanti al concorso che saranno valutati oltre che dalla Giuria demoscopica anche dal Televoto e dalla Giuria della Sala stampa: giudizi che, sommati a quelli ottenuti dai cantanti sia nelle prime due serate sia ieri (dove ad esprimersi sono stati i componenti dell’Orchestra), rimoduleranno la graduatoria. La serata, condotta da Amadeus, Fiorello e la giornalista Barbara Palombelli, avrà quale ospite, oltre a Zlatan Obrahimovic e Achille Lauro con un nuovo «quadro», anche Mahmood, vincitore dell’edizione 2019.

Cover, duetti e l'omaggio a Lucio Dalla

Si è iniziata sulle note di «4 marzo 1943» di Lucio Dalla e di «Meraviglioso» interpretate da Giuliano Sangiorgi e dai Negramaro la terza serata di Sanremo 2021, che ha preso il via in modo sobrio, senza fronzoli e che è stata quasi interamente dedicata alle reinterpretazioni, da parte dei 26 «Big» in gara, di classici della canzone italiana proposte da soli o con il supporto di ospiti da loro scelti. Un «Buon compleanno Lucio» sottolineato quasi alla fine di un atto del festival ancora una volta lunghissimo - la chiusura è avvenuta poco prima delle 2 di notte.... - pure da Ermal Meta, riconfermatosi tra i favoriti alla vittoria con la sua versione di «Caruso». Il tutto all’interno di un contesto in cui ha primeggiato la canzone d’autore, da Jovanotti, Battisti e Giovanni Lindo Ferretti (due a testa le loro canzoni ripescate) a Guccini, da Battiato a Bersani, da Tenco ai Nomadi la cui «Io vagabondo» è stata intonata dagli «Abbadeus», ovvero l’estemporaneo quartetto formato da Fiorello, Amadeus, Ibrahimovic e Sinisa Mihajlovic.

Le pagelle della terza serata

Noemi con Neffa - Prima di andare via

La riproposizione del coinvolgente brano di Neffa è stata rovinata proprio dalla presenza di uno stonatissimo (ma lo si sa da tempo) Neffa. Noemi da sola avrebbe fatto sicuramente una miglior figura viste le sue doti canore adattissime al funky sound della canzone. Voto: 3.

Fulminacci con Valerio Lundini e Roy Paci - Penso positivo

Lo spirito funk dell’anthem di Jovanotti non solo rispettato ma addirittura amplificato e condito con critici e ficcanti ritocchi al testo riferiti all’attualità. Voto: 5.

Francesco Renga e Casadilego - Una ragione di più

Arrangiamento troppo pomposo per il vecchio successo della Vanoni, che ha messo un po’ in ombra la delicata timbrica della giovanissima vincitrice di Xfactor non particolarmente in sintonia con quella, pur bella, di Renga. Voto: 3 1/2.

Extraliscio feat. Davide Toffolo e Peter Pichler - Medley Rosamunda

Un po’ di atmosfera da Carnevale in piena Quaresima. Un medley da trenino con cappellino in testa, lingua di gatto tra le labbra, coriandoli, stelle filanti e tanta voglia di allegria. Lo scanzonato incontro tra Sanremo e Canale Italia. Voto: 6.

Fasma e Nesli - La fine

Già definire un «classico della canzone» il brano di Nesli (ancorché oggetto di una cover di Tiziano Ferro) è un’esagerazione. La versione data dall’autore, ospite di un Fasma che senza l’autotune non riesce neppure a intonare Fra Martino Campanaro, Sanremo poteva anche risparmiarcela. Voto: 2.

Bugo & Pinguini Tattici Nucleari - Un’avventura

Battisti non era un gran cantante, ma Bugo in quanto a limiti vocali lo supera ampiamente. E neppure il supporto dei Pinguini lo salva. Voto: 2.

Michelin & Fedez - Medley È allora felicità

Originale (anche se decisamente trash) la scelta di mettere assieme Daniele Silvestri, Calcutta, Al Bano e Romina e i Jalisse. Divertente vedere Fedez che quasi sussurra nel tentativo di contenere al massimo le stonature. La sufficienza è comunque lontana. Voto: 2 1/2.

Irama - Cyrano

Presente, come la sera prima, solo con la registrazione delle prove, in quanto in isolamento preventivo, Irama ha portato (ottimamente) per la prima volta sul palco di Sanremo Francesco Guccini e la meravigliosa “Cyrano” tra l’altro impreziosita da un’introduzione vocale dello stesso «maestrone». Voto: 6 (per la coraggiosa scelta).

Maneskin e Manuel Agnelli - Amandoti

I giovanissimi rocker assieme al loro “Pigmalione” regalano un’infuocata e intensa interpretazione di una delle più belle canzoni dei CCCP. Altra coraggiosa scelta che merita di essere premiata. Voto: 6.

Random e The Kolors - Ragazzo fortunato

I limiti di Random, nonostante la stampella dei Kolors, nuovamente messi a nudo anche da una canzone normalmente cantata da uno dei più stonati interpreti della scena europea (Jovanotti, of course) che però, al suo confronto, è... Pavarotti. Voto: 2

Willie Peyote e Samuele Bersani - Giudizi universali

Canzone meravigliosa e non di facile interpretazione sulla quale, nonostante la presenza dell’autore (o forse intimorito proprio dall’averlo al suo fianco) Peyote inciampa malamente. Voto: 3.

Orietta Berti e Le Deva - Io che amo solo te

Una delle più belle canzoni della tradizione d’autore italiana esaltata da un’interpretazione vocalmente straordinaria e di gran classe. Voto: 6.

Gio Evan e I cantanti di The Voice Senior - Gli anni

Come rovinare un cult giovanilistico degli anni novanta. Se Max Pezzali decidesse di citarli per danni lo aiuteremmo volentieri a pagare l’onorario dell’avvocato. Voto: 0.

Ghemon e Neri per caso - Medley

Dopo la pessima esibizione canora nella serata iniziale, eccellente riscatto di Ghemon che assieme ai Neri per caso regala un ottimo medley, prevalentemente a cappella, incentrato su canzoni dedicate alle donne. Un bell’anticipo dell’8 marzo. Voto: 5.

La rappresentante di lista con Donatella Rettore - Splendido splendente

Come nel caso di Neffa con Noemi, anche in questo caso, la presenza della Rettore ha fatto più danni che portato benefici all’ottima interpretazione e alla grande verve scenica di di Veronica Lucchesi. Voto: 5.

Arisa e Michele Bravi - Quando

Tanta buona volontà ma voci che faticano ad amalgamarsi in una rilettura piuttosto standard del classico di Pino Daniele. Voto: 3 1/2.

Madame - Prisincolinensinalciusol

La giovanissima Madame rilegge Il riconosciuto archetipo del rap in una versione meno hip hop e più canzone, dandogli un taglio melodico che le consente di mostrare quelle doti canore che nella sua canzone in gara, un esasperato uso dell’autotune, nasconde. Voto: 4 1/2.

Lo Stato Sociale con Fanelli e Pannoffino - Non è per sempre

Un appassionato grido di speranza sulla (speriamo) prossima riapertura di locali, cinema, teatri sulle note di una bella rilettura in chiave più pop di vecchio successo degli Afterhours. Voto: 5

Annalisa - La musica è finita

Un taglio rock per lo storico cavallo di battaglia della Vanoni che però, nonostante un’impeccabile interpretazione (ancorché un po’ scolastica), lo priva di buona parte del suo pathos. Voto: 4 1/2.

Gaia con Lous & The Yakuza - Mi sono innamorato di te

Un duetto tutto femminile, intenso e sensuale su una delle più belle composizioni di Luigi Tenco. Voto: 5.

Colapesce e Dimartino - Povera patria

Nonostante timbriche sulla carta molto simili a quelle di Battiato (presente con un cameo vocale) la riproposizione del suo intenso grido di dolore patriottico, da parte del duo, non riesce a toccare più di tanto le corde dell’emozione. Voto: 4.

Coma-Cose - Il mio canto libero

Interpretazione scolastica del classico Battistiano, condizionata soprattutto dalla componente femminile del duo, vocalmente molto limitata (ma pure lui, specie nel finale, non resta indietro in quanto a stecche...) Voto: 3 1/2.

Malika Ayane - Insieme a te non ci sto più

Versione intimista del celebre brano di Caterina Caselli che però, nonostante le ottime premesse, non decolla lasciando un senso quasi di inappagamento, di incompiuto. Peccato. Voto: 4 1/2.

Max Gazzè e Daniele Silvestri - Del mondo

Altra coraggiosa proposta di un brano oggettivamente difficile dei CSI che i due amici ripropongono conservando intatta la sua atmosfera cosmico-mistica. Uno strepitoso omaggio ad una delle esperienze più interessanti del rock d’autore italiano. Voto: 5.

Ermal Meta - Caruso

Anche nelle cover Meta si conferma un autentico... animale da Festival, forte di ottime capacità interpretative sfoderate anche in un brano insidioso come questo che si cuce addosso in modo impeccabile. Voto: 5 1/2.

Aiello e Vega Jones - Gianna

Il loro Rino Gaetano riletto in versione elettropop-rap urlata nel finale proprio non convince. Voto: 3.

In questo articolo: