Cinema

La Berlinale verso il passaggio del testimone

Anche Netflix nel concorso dell’ultima edizione del direttore Dieter Kosslick che si apre giovedì
Ultimi preparativi. (fto Keystone)
Fabrizio Coli
05.02.2019 19:26

Non poteva mancare, nell’ultima edizione guidata da Dieter Kosslick, un accenno a quello spettro che da un po’ si aggira per il mondo del cinema e che prepotentemente sta prendendo sempre più consistenza : il ruolo delle piattaforme di streaming. Dopo il successo di Roma di Alfonso Cuaron a Venezia e la sua candidatura agli Oscar, anche la Berlinale avrà così in concorso un film targato Netflix, Elisa y Marcela di Isabel Coixet. Un segno dei tempi a cui il festival cinematografico tedesco, fra i più importanti al mondo, non poteva rimanere indifferente. Ma il giudizio del direttore artistico in carica dal 2001 e uscente dopo 18 anni, non è pessimista. « Lo streaming sta travolgendo il mondo dell’audiovisivo – ha detto Kosslick qualche giorno fa in sede di presentazione della 69. edizione che si aprirà giovedì 7 febbraio – Ma io credo che il cinema resterà. Ritengo che si arriverà a una coesistenza. Noi accogliamo film adatti alle sale cinematografiche e questo rispettava il criterio, altrimenti non lo avremmo accettato. C’è un dibattito aperto sullo streaming, col quale si deve confrontare ovviamente anche la Berlinale ».

Nuove frontiere, temi forti -perché «il privato è altamente politico», ha ricodato Kosslick con un motto delle femministe tedesche -, circa 380 film nelle varie sezioni e un sostegno di pubblico costantemente in crescita negli ultimi anni. Anche questo è la Berlinale. La giuria guidata da Juliette Binoche dovrà scegliere fra diciassette film (sette sono firmati da registe) in lizza quest’anno per gli Orsi d’oro e d’argento, a cominciare dal film di apertura The Kindness of Strangers di Lone Scherfig. L’unica presenza elvetica fra i film della sezione «Kompetition», la principale della rassegna, è quella del giovane attore Kacey Mottet Klein (è stato il piccolo protagonista dei film di Ursula Meier Home e Sister), nel cast di L’adieu è la nuit di André Téchiné (in prima mondiale, fuori concorso). Fra i titoli e i registi spiccano Zhang Yimou, in concorso alla Berlinale con One Second, François Ozon che al festival porta Grâce à Dieu, film sulla pedofilia nella chiesa di Lione, Agnieszka Holland con Mr. Jones sullo stalinismo in Ucraina, il regista italiano Claudio Giovannesi che porta sul grande schermo il romanzo di Roberto Saviano La paranza dei bambini, una storia di giovani e camorra, Fatih Akin, in concorso con Der Goldene Handschuh. Pochi gli americani nella sezione principale dove - ma fuori competizione - ci sono praticamente solo Vice, da noi già uscito in sala (con il camaleontico Christian Bale, un aficionado della Berlinale) e il documentario ritrovato dopo oltre 40 anni, Amazing Grace, su Aretha Franklin e le registrazioni di un album gospel in una chiesa battista di Los Angeles. Non sarà l’unico appuntamento musicale della Berlinale: atteso al festival – nella sezione Special Gala – anche il documentario Weil du nur einmal lebst che racconta il tour sudamericano di una delle più grosse band tedesche, i Toten Hosen.

Un omaggio e un Orso d’oro premieranno quest’anno l’attrice Charlotte Rampling, mentre fra i premiati con la Berlinale Camera ci sarà anche la regista Agnès Varda. Anche questi sono alcuni altri elementi del quadro dell’ultima edizione targata Dieter Kosslick, che si appresta a passare il testimone al a Carlo Chatrian, proveniente dal Locarno Festival, e a Mariette Rissenbeek. Nonostante le polemiche delle scorse edizioni - con la lettera aperta di 79 registi tedeschi che nel 2017 chiedevano un ripensamento del festival -, Kosslick stila un bilancio positivo dei suoi diciott’anni fra gli orsi. «La cosa che mi soddisfa di più - ha detto - è che il nostro pubblico è rimasto fedele, anzi, si è quadruplicato». Un pubblico che lo scorso anno ha fatto vendere qualcosa come 330 mila biglietti per le proiezioni dei dieci giorni della Berlinale.

LA SEZIONE «KOMPETITION»

Der boden unter den fussen, Marie Kreutzer (Austria); So long my son, Wang Xiaoshuai (Cina); Elisa y Marcela, Isabel Coixet (Spagna); Der Goldene Handschuh, Fatih Akin (Germania, Francia); God exists, Her Name is Petrunya, Teona Strugar Mitevska (Macedonia, Belgio, Slovenia, Croazia, Francia); Grâce à dieu, François Ozon (Francia); Ich war zuhause, aber, Angela Schanelec (Germania, Serbia); The kindness of strangers, Lone Scherfig (Danimarca, Canada, Svezia, Francia); A tale of three sisters, Emin Alper (Turchia, Germania, Olanda, Grecia); Mr. Jones, Agnieszka Holland (Polonia, Gran Bretagna, Ucraina); Öndög, Wang Quan’an (Mongolia); La paranza dei bambini, Claudio Giovannesi (Italia); Repertoire des villes disparues, Denis Côté (Canada); Synonymes, Nadav Lapid (Francia, Germania); Systemsprenger, Nora Fingscheidt (Germania); Out stealing horses, Hans Petter Moland (Norvegia, Svezia, Danimarca); One second, Zhang Yimou (Cina)

Fuori Concorso

L’adieu à la nuit, André Téchiné (Francia, Germania); Amazing grace, Alan Elliott (USA); Marighella, Wagner Moura (Brasile); The Operative, Yuval Adler (Germania, Israele, Francia, USA); Varda par Agnès, Agnès Varda (Francia); Vice, Adam McKay (USA)