La donna che divise Freud e Jung

Keira Knightley protagonista del film di Cronenberg
Antonio Mariotti
10.10.2011 23:52

A Dangerous Method, in concorso all'ultima Mostra di Venezia, si concentra sui rapporti tra il padre della psicoanalisi, Sigmund Freud (Viggo Mortensen), il suo «delfino» che lo tradirà, Carl Gustav Jung (Michael Fassbender), e Sabina Spielrein (Keira Knightley), la loro comune paziente che contribuirà ad allontanare definitivamente i due  luminari. Muovendosi tra la Zurigo e la Vienna dei primi decenni del XX secolo, il regista punta sugli aspetti legati all?ambientazione storica della vicenda, una dimensione fondamentale ma che in questo caso rischia di assumere troppa importanza rispetto agli aspetti più sostanziali. Ciò rende A Dangerous Method un'ineccepibile operazione filologica che permette allo spettatore di seguire lo sviluppo del dibattito intellettuale all'interno del nascente ambiente psicoanalitico, ma ne costituisce anche il limite maggiore. I personaggi di Jung, Freud e Sabina Spielrein sono infatti così impegnati a spiegarsi da perdere gran parte della loro consistenza drammatica. E ciò vale soprattutto per la figura dello psichiatra svizzero, del quale Michael Fassbender offre un'interpretazione estremanente fredda e razionale. Meglio Viggo Mortensen, che fa del sigaro che Freud fuma di continuo un vero e proprio strumento di recitazione; mentre l'evoluzione di Keira Knightley da isterica aggressiva a diligente studentessa in medicina appare, per forza di cose, un po' troppo veloce e lineare. Rimane in secondo piano invece il vero dibattito che separava i due grandi studiosi della natura umana, ovvero il dilemma tra l'accontentarsi di rendere cosciente il paziente dei suoi problemi (Freud), oppure l'offrirgli anche la possibilità di liberarsene (Jung). Un tema solo abbozzato all'interno di un lungometraggio girato con classe e con grandi mezzi, ma che alla fine assomiglia terribilmente a uno sceneggiato tv d'altri tempi.