Cinema

«La febbre del sabato sera»: venduto all'asta il vestito bianco di John Travolta

L'iconico abito è stato battuto da Julien's Auctions a Beverly Hills per 200 mila dollari
Ats
23.04.2023 09:14

È uno dei costumi più famosi e riconoscibili della storia del cinema: il completo bianco indossato da John Travolta in 'La febbre del sabato sera' è stato venduto all'asta per 200'000 dollari, dopo una contesa di 15 minuti tra i partecipanti seduti da Julien's Auctions a Beverly Hills e quelli online. Il prezzo di partenza era fissato a 100'000 dollari.

L'abito con cui Tony Manero si scatena sulle piste di Brooklyn nel film cult del 1977 era il fiore all'occhiello dell'asta Hollywood: Classic & Contemporary organizzata ogni anno dalla casa d'aste e dal canale Turner Classic Movies (TCM, proprietà di Warner Bros. Discovery).

«L'acquirente, anonimo, si aggiudica giacca, panciotto, pantaloni, camicia nera e manichino. Insomma: è pronto per essere esposto nel salotto di qualche appassionato cinefilo!», spiega all'agenzia di stampa italiana Ansa Martin Nolan, direttore esecutivo di Julien's Auctions, mentre con i guanti di cotone sistema il famoso abito in tipico stile e materiale (100% poliestere) anni '70.

«Il costume era proprietà di un collezionista ed è accompagnato dalle lettere di autenticità della Paramount (che produsse il film) e di John Travolta», dice Nolan.

Attesa da appassionati e investitori di tutto il mondo, Hollywood: Classic & Contemporary mette all'incanto in questo fine settimana circa 1400 cimeli del cinema: da uno dei bastoni appartenuti a Charlie Chaplin (venduta per 39'000 dollari), alla tuta gialla di Walter White di Breaking bad (2000 dollari); dal bozzetto con cui Carlo Rambaldi progettava Alien, ad alcune bacchette magiche della saga di Harry Potter; dalla scatola di sigarette che Bela Lugosi stringe nel Dracula del 1931, all'hoverboard con cui Marty McFly scappa in Ritorno al futuro 2; dal copricapo cucito per il primo film su Cleopatra del 1917, al machete di Harrison Ford in Indiana Jones e il tempio maledetto.

«Memorabilia grandi o minuscole che recuperiamo da privati, familiari e dai magazzini degli Studios - spiega Nolan - Gli acquirenti sono musei, ma soprattutto collezionisti privati. Perché a meno di non aver messo piede in un cinema negli ultimi 100 anni, tutti noi abbiamo un ricordo legato a uno di questi oggetti, che hanno fatto la storia della cultura pop. Avevo 16 anni quando andai a vedere La febbre del sabato sera in un cinema di Harlem. Sono uscito cambiato. Vendere quel vestito oggi per me significa chiudere un cerchio», sorride il direttore.