Il personaggio

La passione e la forza di Tiziana Soudani

Un ricordo della produttrice ticinese scomparsa domenica
Tiziana Soudani. (© Archivio CDT)
Antonio Mariotti
26.01.2020 19:24

Per uno di quei casi insondabili della vita, la notizia della scomparsa della produttrice ticinese Tiziana Soudani, avvenuta domenica notte dopo una lunga malattia, cade proprio mentre sono in pieno svolgimento le Giornate cinematografiche di Soletta e a pochi giorni dall’anteprima (in programma mercoledì sera al Lux di Massagno) dell’ultimo lungometraggio a cui si era dedicata: Love me tender. La rassegna solettese, uno degli appuntamenti immancabili nella sua fittissima agenda, le aveva assegnato nel 2017 il «Prix d’honneur» (unica personalità ticinese ad averlo ricevuto insiema ai direttori della fotografia Renato Berta e Carlo Varini) per sottolineare la dimensione internazionale del suo lavoro che aveva portato il cinema svizzero a trionfare sui grandi schermi e ai grandi festival di tutta Europa. La prima ticinese di un suo film, che spesso aveva già fatto il giro del mondo, per Tiziana era sempre l’occasione di ringraziare tutti i preziosi collaboratori (la sua «famiglia») attivi sul nostro territorio e per sottolineare l’importanza della nostra regione come «laboratorio» dove è possibile lavorare su diversi piani: dare vita a piccole produzioni che permettano soprattutto ai registi più giovani di farsi le ossa, ma anche diventare partner fondamentali per operazioni finanziariamente più impegnative al fine di inserirsi nel circuito del cinema che conta, creando così una rete di relazioni e conoscenze che possano essere estremamente utili anche alle nostre latitudini.

Che per Tiziana Soudani il cinema fosse un «affare di famiglia» non è certo soltanto un modo dire: al cinema l’ha avvicinata il marito Mohammed, dapprima direttore della fotografia e poi autore di numerosi film da lei prodotti, e non a caso la sua Amka Films nasce dalla fusione dei nomi delle sue due figlie: Amel e Karima. Un’altra dimensione «famigliare» del cinema di Tiziana è stata quella legata all’Africa, continente che ha sempre amato e frequentato (non solo per lavoro) e dove, soprattutto negli anni Novanta, ha contribuito a produrre opere di grandi registi come Au nom du Christ e Adanggaman di Roger Gnoan M’Bala, senza scordare i primi film del marito: da Waalo Fendo che si aggiudicò il Premio del cinema svizzero nel 1998 al documentario Guerre sans images (2002) interamente girato in Algeria.

Il «cambio di velocità» per Tiziana arriva all’inizio del nuovo millennio, grazie a un regista che con il Ticino aveva già strettissimi rapporti, lo svizzero-milanese Silvio Soldini, e al suo Pane e tulipani interpretato da Bruno Ganz. Questa stralunata commedia ambientata in una Venezia inedita ottiene un grandissimo successo di pubblico in tutta Europa e si aggiudica una caterva di premi, fra cui nove David di Donatello e un Golden Globe per l’attrice Licia Maglietta. Da quel momento, e fino ad oggi, l’Amka Films diventa un partner ambitissimo per i cineasti non solo italiani ma di tutta Europa, il che permetterà a Tiziana Soudani di stringere importanti rapporti di collaborazione soprattutto con giovani registi, come Valerio Jalongo, Leonardo Di Costanzo e Alice Rohrwacher che le regaleranno la soddisfazione di raccogliere prestigiosi riconoscimenti ai festival di Venezia e di Cannes. Sono però numerosi anche i cineasti ticinesi che devono molto a Tiziana: da Stefano Knuchel ad Alessandra Müller, da Klaudia Reynicke a Michael Beltrami, da Edo Bertoglio a Jarreth e Kevin Merz, senza parlare dei tecnici e di tutti coloro che lavorano dietro le quinte di un film.

La passione e il coraggio di Tiziana Soudani, da locarnese da sempre vicinissima al Festival della sua città, mancheranno molto al piccolo mondo del cinema ticinese, ma la sua lezione è chiara: per costruire qualcosa d’importante qui bisogna aprirsi vero l’esterno assumendosene tutti i rischi. Come ha sempre fatto lei.