La scelta di uccidere per una causa

"Dawn" dell'elvetico Romed Wyder, dal romanzo di Elie Wiesel
Joel Basman e Jason Isaacs in "Dawn"
Red. Online
01.12.2015 00:18

Palestina, 1947. La regione è sotto il protettorato britannico. I sionisti che combattono per la nascita dello Stato Ebraico sono in lotta con gli inglesi. Uno di loro è stato catturato e verrà impiccato. Per rappresaglia un gruppo sionista rapisce un ufficiale inglese. Se il loro compagno verrà giustiziato morirà anche l'ufficiale. C'è tempo solo fino all'alba per la decisione che salverà o ucciderà entrambi gli uomini. Tratto dal romanzo del premio nobel per la pace Elie Wiesel, il film Dawn dell'elvetico Romed Wyder, prodotto da Samir, mette in luce temi che non passano mai d'attualità. Fino a che punto ci si può spingere per un ideale? Che differenza passa tra un combattente per la libertà e un terrorista? Una delle battute più forti del film dice proprio «Dio è un terrorista»: se si fa astrazione dal contesto storico, sono problematiche che si riverberano drammaticamente nell'oggi.

48.enne regista nato a Briga e che ha già al suo attivo il documentario Squatters e i film di fiction No coffee, no tv, no sex e Absolut, Wyder traduce tutto questo in un dramma psicologico, opprimente e avvincente. Girato a porte chiuse (la gran parte dell'azione si svolge nella casa dove il gruppo tiene prigioniero l'ufficiale britannico), può contare su un buon cast internazionale. Lo svizzero Joel Basman (visto in Sennentuntschi e Hanna) è la figura centrale. Nel ruolo di Elisha è il più giovane del commando, quello che alla fine dovrà agire. Sopravvissuto ai campi di sterminio, Elisha fin qua non ha perso la sua umanità. Gli altri, seppur spinti da un ideale più grande di loro, appaiono inclini a manipolarlo. Sono Gad, il suo superiore, quello che dà gli ordini (Liron Levo, This Must be the place e Disengagement); Ilana, voce della resistenza (Sarah Adler, Maria Antonietta, Notre musique). Del gruppo fanno parte anche l'ortodosso Gideon (Rami Heuberger, Schindler's List) e l'ombroso Joav (Moris Cohen). Soprattutto c'è la vittima, il capitano Dawson (Jason Isaacs, nel cast di Harry Potter, Green Zone, The Patriot), col quale suo malgrado Elisha instaura un dialogo che scatenerà la sua coscienza. Una coscienza che dovrà mettere a tacere.

Molto teatrale – potrebbe benissimo essere una pièce –, formalmente solido e cupamente elegante, ben recitato e sceneggiato con cura, il film non dà risposte concilianti. Ma tocca corde profonde capaci di mettere a disagio.

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