«La Via Lattea» sulle note di Fauré

Tra il 1909 e il 1913 trascorse le estati a Lugano, dove si esibì ma soprattutto trovò l’ispirazione per nuovi brani, fra cui la sua unica opera Pénélope. Figura cruciale nel passaggio dal romanticismo alla modernità, Gabriel Fauré scelse infatti la città sul Ceresio come «buen retiro» per dedicarsi alla composizione. E ora si appresta a tornare sulle rive del lago di Lugano, protagonista di un suggestivo viaggio tra musica, storia e architettura. Al compositore e organista francese è infatti dedicata La Via Lattea 17, il pellegrinaggio tra le arti ideato e prodotto dal Teatro del Tempo di Vacallo che, confrontato con gli scenari post-COVID, si presenta diviso in due parti. La prima – di carattere introduttivo – è prevista in queste settimane fra Ligornetto (venerdì 28 agosto) e Canobbio (12 e 13 settembre); mentre la seconda parte – il cuore del programma – si svolgerà nel 2021 a Lugano coinvolgendo le principali istituzioni musicali della città. In particolare, come ha spiegato l’ideatore dell’iniziativa Mario Pagliarani nel presentare il programma ai media, la 17. edizione riporta l’attenzione sul profondo legame che Fauré ebbe con Lugano e il suo lago, ma anche con il Castello di Trevano, che fu luogo di grande importanza culturale e che ospitò il compositore. Prendendo spunto proprio dalla musica e dalle numerose lettere che Fauré scrisse durante i suoi soggiorni sul Ceresio, La Via Lattea propone al pubblico un suggestivo percorso tra note, parole e immagini. Un percorso intitolato «Fauré torna a Lugano» che, come di consueto, è suddiviso in più tappe (denominate «movimenti», da raggiungere a piedi o con i mezzi pubblici), con varie «stazioni» che invitano i pellegrini a vivere l’arte come un’esperienza, nonché a riscoprire il territorio da una prospettiva inconsueta.


A dare il «la» al pellegrinaggio venerdì 28 agosto alle 17.00 (e in replica alle 19.30) con l’esecuzione dell’integrale delle tredici Barcarolles è il pianista Jean-Philippe Collard, considerato uno dei massimi esponenti della «scuola francese» nonché esperto di Fauré del quale ha pubblicato tutte le opere per pianoforte.
Un recital che si presenta come «una rara occasione per ascoltare alcune perle della produzione del compositore francese nella cornice del Museo Vincenzo Vela di Ligornetto proprio nell’anno del bicentenario della nascita del grande scultore ticinese», sottolineano gli organizzatori.
Si prosegue il 12 e 13 settembre
Dopo il «Prologo» a Ligornetto, appuntamento sabato 12 settembre, dalle 15.00 alle 22.00, al Campus della SUPSI a Canobbio per il «Primo Movimento» de La Via Lattea, suddiviso in sette «stazioni» animate da diversi musicisti (e in replica domenica 13 settembre allo stesso orario). Qui un tempo sorgeva il Castello di Trevano, soprannominato «Château de la musique»: sarà dunque l’occasione, grazie al vicepresidente della Società Svizzera per la Protezione dei beni culturali Nadir Sutter, per cercare di ricostruire la storia di questo luogo che fu internazionalmente noto per la qualità dei concerti ospitati e che nel 1961 fu fatto saltare in aria con il tritolo.

Durante il «Primo Movimento» i partecipanti ritroveranno AdA (ovvero l’Arte dell’Ascolto), un concerto-collage che li guiderà alla scoperta dell’opera e della biografia di Fauré. A tal proposito, lungo il cammino si potrà ascoltare una selezione dei 45 Vocalises, composti come prove di ammissione al Conservatorio di Parigi di cui fu direttore dal 1905 al 1920: «Un’installazione sonora per voci, arpe e alberi che costituisce una novità assoluta visto che i Vocalises sono stati riscoperti e pubblicati solo di recente», sottolineano gli organizzatori.
Non mancheranno poi le prime esecuzioni, che da sempre costellano il percorso della Via Lattea: nel corso di AdA verrà presentata la composizione D’après un rêve di Mario Pagliarani; mentre nell’ultima stazione che chiude «il Primo Movimento», il brano Toucher l’air dell’argoviese Jürg Frey debutterà in dialogo con il Nocturne n. 13 di Fauré. Completano il programma due piccoli omaggi: uno al violinista tedesco Arthur Rösel, che fu il Konzertmeister dell’orchestra del Castello di Trevano attorno al 1870 e l’altro a Eugène Ysaÿe, grande violinista e direttore d’orchestra belga, amico intimo di Fauré. Ulteriori informazioni e prenotazioni (posti limitati) qui.