L’acciaio e il carbone della Russia nell’obiettivo di Marco D’Anna

I musei e le gallerie rimarranno chiusi almeno ancora per qualche settimana, ma qualche mostra si può tuttora visitare in Ticino. È il caso di quella del fotografo luganese Marco D’Anna alla Axion Swiss Bank di Lugano. D’Anna si può senz’altro definire un grande viaggiatore. Nel suo ultratrentennale percorso professionale ha esplorato vari ambiti del suo lavoro, prima di scoprire, una quindicina d’anni fa, l’ebbrezza di percorrere il mondo con un apparecchio fotografico al collo, seguendo in particolare le tracce di quel grande artista (e viaggiatore, naturalmente) che fu Hugo Pratt. Un’esperienza fondamentale, che lo ha visto coinvolto in diversi progetti editoriali ed espositivi. Lo sguardo, sempre molto personale, di Marco D’Anna col tempo si è così affinato, permettendogli di cogliere momenti incoerenti e inattesi che sanno suscitare la sorpresa in chi osserva i suoi scatti. Un modo di procedere che - come afferma il fotografo - nasce da una doppia consapevolezza: quella che «per vedere le cose non bisogna solo guardare, bisogna entrare nelle cose» e quella che «le fotografie non danno risposte, caso mai aiutano a porsi delle domande».
È chiaro che per un fotografo-viaggiatore i tempi che corrono non sono per nulla propizi, ma scoprendo il suo ultimo importante lavoro «Commodities - From Russia to Ticino», in mostra nella sede luganese della Axion Swiss Bank, queste considerazioni rimangono saldamente al centro dell’opera di D’Anna. Frutto di un viaggio risalente all’autunno del 2019 a Kemerovo, città della Siberia sudoccidentale al centro dell’importante bacini carbonifero del Kuzbass, e a Lipetsk, località della Russia europea dove da oltre 300 anni si è sviluppata l’industri dell’acciaio, la trentina di immagini di grande e medio formato alternano realtà ed astrazione senza celare gli aspetti meno piacevoli di queste esplorazioni. Acciaio e carbone: due materiali «pesanti», la cui estrazione e la cui lavorazione sono da tempo al centro, ovunque nel mondo, di ripetuti gridi d’allarme per le loro nefaste conseguenze dal punto di vista ambientale e della salute pubblica. Materie prime di cui l’uomo non può però (ancora) fare a meno e che fanno parte di quelle «commodities», di quei beni che sono al centro di una serie ininterrotta di trattazioni di mercato. Un meccanismo finanziario che è il filo invisibile tra Russia e Ticino: a Lugano viene infatti commercializzato il 40% della produzione mondiale di acciaio.
Inserito in questo contesto molto particolare, il lavoro di D’Anna sviluppa da una parte una ricerca incentrata sul gigantismo di questi luoghi: la vastissima miniera a cielo aperto che si sposta man mano che il filone si esaurisce, l’enorme «kombinat», complesso industriale che ingloba tutte le fasi della lavorazione del metallo. Mondi dove la presenza umana diventa spesso minuscola e dove oggi si cerca di ovviare agli inevitabili danni collaterali con grandi opere di rimboschimento e la messa in atto di procedimenti meno inquinanti. Un mondo fatto di luci e ombre che le fotografie di Marco D’Anna restituiscono con efficacia.

«Commodities - from Russia to Ticino», Mostra personale di Marco D’Anna, Lugano, Axiom Swiss Bank (viale Franscini 22) fino al 31 agosto. Lunedì-venerdì 8.30-12.30 e 13.30-16.30 su appuntamento (tel. 091.9109510).