Excellence award

Laetitia Casta e le sfide di un’artista

L’attrice francese ha saputo costruirsi una carriera originale: «Ora nella moda c’è più consapevolezza»
© Locarno Film Festival / Ti-Press / Marco Abram
Antonio Mariotti
04.08.2021 23:14

Se per il suo debutto, Locarno 74 aveva bisogno di una bella dose di glamour ma raffinato, alla francese, allora si può dire che l’assegnazione dell’Excelle Award all’attrice Laetitia Casta sia stata più che azzeccata. Dopo una carriera di indossatrice per le maggiori case di moda iniziata alla tenera età di 15 anni, la giovane normanda si è costruita una carriera molto volonterosa e originale, sfuggendo agli stereotipi della bellezza superficiale. «È vero che la moda può sembrare superficiale - ci ha detto - ma è soprattutto perché tutto cambia molto in fretta, dura solo lo spazio di una stagione. Ma per me, arrivata giovanissima in questo ambiente, è stato un privilegio essere “educata” da personaggi come Yves Saint Laurent e Jean-Paul Gaultier. Il primo mi ha insegnato ad essere una donna libera e indipendente e poi era molto vicino sia al mondo del teatro sia a quello del cinema: basti pensare ai tanti costumi che ha disegnato per Catherine Deneuve. Indossare un abito di Jean-Paul Gaultier, invece, significava interpretare un vero e proprio personaggio perché l sue creazioni erano molto espressive. Quando ho iniziato a lavorare nella moda, molti pensavano che fosse un mondo a parte, superficiale e basta, ma oggi le cose sono leggermente cambiate, c’è più consapevolezza delle connessioni che possono nascere tra i vari ambiti culturali».

Per ciò che riguarda la sua carriera cinematografica - ultima interpretazione La croisade, presentata fuori concorso al Festival di Cannes e diretta dal marito Louis Garrel - l’attrice mette l’accento sul fatto di essersi sempre posta delle esigenze molto alte verso se stessa e che quindi ha sempre considerato del tutto normale che anche gli altri si comportassero nello stesso modo nei suoi confronti. La sua vera sfida, da questo punto di vista è stata quella di voler a tutti i costi lavorare a teatro. «È stata la mia vera scuola, poiché avendo iniziato a lavorare da giovanissima, non ho potuto seguire un’accademia di recitazione. È stato molto importante per trovare la mia identità come donna e come attrice. In un certo senso, ho dovuto rinunciare all’infanzia e fare teatro mi ha tolto qualsiasi dubbio rispetto al fatto di essere un’attrice. È stato un apprendistato molto duro perché alla base ero molto inibita, complessata ma capivo che solo il teatro mi avrebbe aiutata perché dietro il personaggio che interpreti sul palcoscenico c’è una ricerca molto complessa insieme al regista e agli altri attori. Al momento della mia prima esperienza teatrale avevo 23 anni ed è lì che ho imparato ad usare in modo corretto la voce ad esempio». Una passione, quella per la recitazione, che Laetitia Casta sente dentro di sé da sempre: «Sono molto timida, ancora oggi, ma adesso ho imparato a gestire la mia timidezza. Quando ero più giovane, invece, sentivo di avere dentro di me qualcosa che non potevo esprimere e solo il fatto di recitare mi permetteva di mostrare le mie emozioni senza scivolare nella solitudine o addirittura nell’autismo».

Non c’è quindi da sorprendersi che l’attrice non veda l’ora di tornare in palcoscenico. A breve inizierà le prove di uno spettacolo dedicato alla grande pianista classica rumena Clara Haskill (scomparsa nel 1960). «Sarò in scena da sola con una pianista, ma non si tratterà di un vero monologo. Racconterò la vita di questa grande artista di origine ebraica che ha vissuto un’esistenza eccezionale. Sarà un passo in più nel mio percorso perché non avro un altro attore a cui dare la replica ma la musica».

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