L'afroamericano che si infiltrò nel Ku Klux Klan

"Blackkklansman", il nuovo film di Spike Lee
John David Washington e Laura Harrier
Red. Online
28.09.2018 06:00

Visivamente strizza l'occhio ai film della blaxploitation per parlare di un passato che non passa il nuovo lungometraggio di Spike Lee Blackkklansman. Un film politico, in tutto e per tutto, che ha la forma di una commedia. Perché, diciamocelo, pensare a un poliziotto afroamericano che riesce a infiltrarsi nel Ku Klux Klan - ed è successo, visto che il film è tratto da una storia vera - fa ridere. Se non ci fosse da piangere sapendo che oggi come ieri il conflitto razziale in America è tutt'altro che un ricordo.Siamo negli anni Settanta. Ron Stallworth (lo interpreta John David Washington, figlio di Denzel, perfettamente in parte come anche tutto il resto del cast) è il primo agente afroamericano della polizia di Colorado Springs. La pressione, per questo nero in un mondo di bianchi, è alta e lui vuole farsi un nome. Con un'idea che sembra pazzesca: infiltrarsi nella potente organizzazione razzista del Ku Klux Klan. Stallworth comincia a contattare il Klan telefonicamente e ne riscuote subito l'attenzione. Ora però i membri dell'organizzazione vogliono conoscerlo di persona. E qui entrain gioco il collega di Ron, Phil (Adam Driver, Kylo Ren degli ultimi Star Wars), ebreo che si farà passare per lui. Tutto questo nel clima torrido dell'epoca, dove ai suprematisti bianchi si contrappongono i pugno alzati del Black Power. Ron, in incognito, si infiltrerà anche in questo movimento nero. Ne nascerà una storia con la bella attivista Patricia (Laura Harrier), vessata dalla polizia, cioè dai colleghi di Ron: ma non tutti per fortuna sono mele marce.Certe figure inquietanti della storia sono ancora qui. Come David Duke (Topher Grace), leader del Klan, che in tempi recenti si è candidato per il Senato in Louisiana e ha espresso pubblicamente il suo appoggio al presidente Trump. Presidente le cui parole di oggi ricorrono nel film, ma in bocca ai razzisti degli anni Settanta: anche loro predicavano la loro «America First».