Le parolacce nel giornalismo: vanno censurate?

Il termine "shithole countries" utilizzato da Donald Trump diventa un caso e imbarazza i media - Il presidente Usa smentisce su Twitter - Partecipa al SONDAGGIO
Red. Online
Michele Montanari
12.01.2018 11:26

WASHINGTON - L'espressione "shithole", che sarebbe stata utilizzata dal presidente Usa Donald Trump per definire Paesi come Haiti, El Salvador e alcuni Stati africani da cui partono numerosi migranti verso l'America (Vedi Suggeriti), ha mandato nel caos i media statunitensi e non solo. Il volgare termine, che il dizionario degli slang di Repubblica traduce con "buco di culo", "merdaio" o "luogo merdoso", sulla CNN è apparso in sovrimpressione non censurato, mentre sulla versione internazionale dell'emittente veniva solo suggerito con l'uso degli asterischi. Intanto Fox News andava in onda utilizzando unicamente gli asterischi. La situazione di imbarazzo all'interno delle redazioni, evidenziata dal Corriere della Sera, è stata causata dal fatto che negli Stati Uniti vige un regolamento molto severo sul linguaggio da utilizzare nei media. Il New York Times, per esempio, ha evitato di usare il termine nel titolo, piazzandolo però nel sottotitolo, mentre il Washington Post - che per primo ha dato la notizia - e la Associated Press hanno inserito la parola (senza asterischi) nel titolo. "Inutile nascondere la parola quando il linguaggio è stato così straordinario", ha spiegato John Daniszewski, vice-presidente per gli standard dell'AP. Da segnalare inoltre come l'Onu abbia subito condannato i commenti di Trump, che in un tweet ha poi spiegato di aver usato sì un linguaggio molto duro, ma non di quel tipo. Affermazioni "vergognose e scioccanti", ha detto il portavoce dell'ufficio Onu per i diritti umani Rupert Colville, sottolineando che tali commenti potrebbero mettere in pericolo vite umane fomentando la xenofobia. Trump ha poi spiegato in un secondo tweet di non aver "mai offeso gli haitiani, ma di aver detto che Haiti è un Paese povero e disastrato". Il presidente ha inoltre aggiunto di avere ottimi rapporti con gli haitiani e che farà registrare i prossimi incontri nello Studio Ovale (vedi tweet sotto). Il senatore democratico Dick Durbin ha tuttavia ribadito l'uso di parole "piene di disprezzo, abiette e razziste" da parte del tycoon. "La smentita è falsa", ha affermato Durbin, che era presente all'incontro, sottolineando come "nessun presidente sia mai ricorso a certe espressioni nella storia della Casa Bianca come quelle che io ho personalmente ascoltato ieri nello Studio Ovale".

Gli italofoniIl sito del CdT ha utilizzato il termine "merdoso", riportando nel testo il letterale "buco di merda" senza asterischi. Questa scelta è stata dettata dal fatto che, secondo la redazione -  in linea con il pensiero di John Daniszewski -, bisogna dare il giusto peso alle parole pronunciate da un personaggio che ricopre un ruolo determinate per la politica mondiale, a costo di risultare scurrili. Restando in Ticino: tio.ch ha usato la terminologia "paesi-cesso" (riportata dall'ats), rsinews "paesi-latrina", mentre laRegione ha usato gli asterischi nel titolo (paesi di m****), per poi toglierli all'interno dell'articolo. Anche nella vicina Penisola le principali testate hanno utilizzato metodi diversi: Repubblica ha parlato di "cesso di Paesi", mentre Corriere della Sera ha titolato "Paesi di m..." (con i puntini di sospensione) nel titolo, per poi toglierli nel testo.

Insomma, c'è chi ha preferito sfumare il termine, chi si è auto-censurato e chi ha deciso di dare il giusto peso ad un'espressione decisamente infelice. A costo di risultare volgare.