Recensione

1938: Nietzsche contro Hitler

Prende vita in un libro edito da Casagrande la celebre lettera aperta scritta da Oscar Levy al dittatore tedesco
Foto d’epoca che ritrae Adolf Hitler da solo sulla strada. Era il 1932. © Shutterstock
Sergio Roic
14.01.2021 16:39

È l’anno 1938, la seconda guerra mondiale, la più grande carneficina umana di ogni tempo, bussa sommessamente alla porta della storia: scoppierà l’anno seguente dopo l’invasione della Polonia da parte delle truppe naziste. In quel fatidico 1938, Oscar Levy, intellettuale ebreo tedesco emigrato in Inghilterra e in quel momento di stanza a Parigi, scrive la celebre lettera aperta indirizzata a Hitler. Oggi, per la prima volta tradotta in italiano, quella lettera prende vita in un libro edito da Casagrande, La scomunica di Adolf Hitler – Lettera aperta. Ma chi è Oscar Levy e su quali basi imposta questa scomunica intellettuale e umana del dittatore tedesco? Innanzitutto, è utile sapere che Levy è stato il curatore dell’opera completa di Friedrich Nietszche in lingua inglese. Da esperto nicciano, Levy si scaglia contro Hitler smascherando tutto l’armamentario che i nazisti pretendevano di aver preso in prestito dal filosofo per le loro teorie (e pratiche, purtroppo) di supremazia razziale e di propaganda di stampo «übermenschiano». Il concetto di «superuomo», come inteso dai nazisti, non era certo quello di Nietzsche e Levy lo sottolinea con forza. Denuncia, inoltre, la natura perversa della dittatura e i suoi istinti liberticidi quando non omicidi. Accanto e come contrappunto al testo della lettera, il libro contiene anche il primo documento antiebraico scritto da un giovane Hitler nel 1919.

Edizioni Casagrande, 2020; 74 pagine.
Edizioni Casagrande, 2020; 74 pagine.

Recensione apparsa su ExtraSette n. 46, 2020

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