Alla scoperta di una Barcellona avviata verso la modernità

Barcellona, l’operosa città spagnola che cresce da alcuni secoli in riva al mare, è stata ripetutamente rappresentata negli ultimi decenni da alcuni voluminosi romanzi di impianto storico di buon successo. Il capostipite di tutto ciò è stato con ogni probabilità il libro di Eduardo Mendoza La città dei prodigi, del 1986 e ora tradotto in italiano da DeA Planeta. Il romanzo è la storia del giovane nullatenente Onofre Bouvila che giunge a Barcellona negli ultimi anni dell’Ottocento da un cupo retroterra catalano montuoso e selvaggio. Figlio di un millantatore, l’«Americano», partito e poi tornato da Cuba senza un soldo, Onofre appena quattordicenne fugge nella rutilante Barcellona che si prepara alla sua prima esposizione universale, che si svolgerà nel 1888. In realtà, descrivendo la vita turbolenta di Onofre, il romanzo dà conto del periodo che va dalla prima alla seconda esposizione universale barcellonese, svoltasi nel 1929. È in questo arco di tempo che la città si avvia definitivamente alla modernità sviluppandosi economicamente e adeguandosi urbanisticamente. Onofre nuoterà come un pesce all’interno delle sue contraddizioni ebbro di una voglia di riuscita irrefrenabile. Opera di uno degli scrittori più in vista della Spagna contemporanea, La città dei prodigi vi trascinerà nel suo labirinto in riva al mare.

Recensione apparsa su ExtraSette n. 3, 2020