Con Gilberto Lonardi, per conoscere Leopardi, Montale e Giorgio Orelli

A che cosa servono i libri? Di che pasta sono fatti? Antonio Tabucchi, lo scrittore italiano, disse che avrebbe potuto scrivere degnamente del suo gatto... Scrivere del gatto, sì, ma anche (e soprattutto) di coloro che con la loro sensibilità ci hanno svelato alcune cose importanti e fondamentali della vita, dello sguardo, della comprensione che caratterizzano l’uomo. Gilberto Lonardi, insegnante di letteratura nell’accezione maggiore e migliore, in Un naufragio e altre favole ci propone tre autori, tre poeti che hanno «fatto» la letteratura italiana, che l’hanno collocata fra le alte vette, che ci hanno fatto avvicinare a cose, sensazioni, forme e ritmi che magari possedevamo al nostro interno: loro ce li hanno chiariti, li hanno portati alla superficie, ce li hanno fatti conoscere. Insegnare, avvicinare la grande poesia al pubblico, che sia di studenti o di lettori in generale, è un compito che a volte viene misconosciuto, ma che, proponendo la letteratura come conoscenza e «modo» per comprendere e avvicinare «il mondo dei viventi e delle forme che essi approcciano», permette di (ri)conoscere ciò che avremmo voluto, se ben consigliati, leggere. Il libro di Lonardi è pieno zeppo di tesori portati alla luce, l’introduzione di Aurelio Sargenti pone con intelligenza e personalità le premesse delle Colonne d’Ercole artistiche.

Recensione apparsa su ExtraSette n. 38, 2020