Recensione

Corso Bramard, solitario investigatore

La prima avventura dell’ex commissario più giovane d’Italia nato dalla penna di Davide Longo
Un dettaglio della copertina.
Sergio Roic
01.02.2021 12:20

Davide Longo, scrittore italiano di talento che nei suoi romanzi accomuna il genere giallo all’indagine sociale e alle circonvoluzioni di certi potenti, ha sfornato nel 2014 per Feltrinelli Il caso Bramard che precede, di fatto, il più recente Così giocano le bestie giovani. In entrambi i thriller compare il personaggio di Corso Bramard, un ex commissario della polizia di Torino autoesclusosi dal corpo di polizia a causa di una tragedia personale legata alle indagini che conduceva. Se nel secondo romanzo Bramard ha il ruolo di spalla dell’amico ed erede commissario Arcadipane, di questa prima avventura è il protagonista indiscusso che, vent’anni dopo il rapimento e l’uccisione della moglie, riesce a sbrogliare la matassa di una serie di omicidi rituali grazie anche alle doti di Isa Mancini, una specie di gemella di Lisbeth Salander dei romanzi della serie Millennium di Stieg Larsson. Bramard e Isa riusciranno alla fine a seguire un tenue filo conduttore che li porterà a smascherare degli «uomini di lusso» che appagano la loro sete di bellezza completando le loro «opere d’arte» sulla schiena dei cadaveri di donne fatte uccidere. Follia? Sì e no, se si considerano alcune antiche abitudini giapponesi e i romanzi di Kawabata. Bramard, investigatore solitario e introverso, non ha smarrito il suo cervello finissimo...

Editore: Feltrinelli, 2014; 254 pagine.
Editore: Feltrinelli, 2014; 254 pagine.

Recensione apparsa su ExtraSette n. 7, 2020

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