Il mare, un capitano, un naturalista e Napoleone

Patrick O’Brian, il prolifico scrittore «irlandese di nazionalità britannica», ha scritto non meno di 21 romanzi sulle avventure del capitano Jack Aubrey e del suo amico medico-naturalista Stephen Maturin. I due, in epoca napoleonica, hanno attraversato i proverbiali sette mari, e anche oltre. O’Brian, osannato dal pubblico inglese al punto che un giornale d’oltremanica scrisse che ci si divide in chi è già fan dello scrittore e chi non lo è ancora, nella seconda avventura, Costa sottovento, del duo immarcescibile proietta Aubrey e Maturin in un lungo duello con la Francia e Napoleone. Per terra e per mare, in questo libro ricco di azione ma anche di psicologia e vita d’epoca, il capitano e il medico dovranno affrontare le dure regole del tempo. Ad Aubrey toccherà persino indossare una pelliccia d’orso per sfuggire all’ordine napoleonico di arrestare tutti i cittadini ritrovatisi in Francia all’epoca di un nuovo scoppio delle ostilità. Arguto, ironico, di buon ritmo, infarcito pure di un paio di affaires sentimentali, Costa sottovento fu scritto nel 1972 e in traduzione italiana ha già doppiato il capo delle 15 ristampe. Lo ritrovate di nuovo in libreria nell’ultima edizione TEA Blu onde poter godere dell’immortale piacere del racconto delle onde e dell’indefesso guerreggiare sopra di esse.

Recensione apparsa su ExtraSette n. 4, 2020