Recensione

Julian Barnes sulle orme di Emmanuel Carrère

Per la serie «classici da riscoprire», il romanzo breve «Livelli di vita», che prende spunto dalle vicende dei primi avventurieri dei voli con i palloni aerostatici e lascia il segno
Un dettaglio della copertina.
Sergio Roic
12.02.2021 18:51

Julian Barnes, scrittore inglese di grande talento e autore di un buon numero di romanzi che, come si usa dire, «rimarranno», ha avuto una crisi personale e creativa alla morte della moglie. Non riusciva più a scrivere ma poi fece pubblicare Livelli di vita, un breve romanzo che prende spunto dalle vicende dei primi avventurieri dei voli con i palloni aerostatici e lascia il segno allorché si intreccia con la storia personale dell’autore, vista da una prospettiva particolare, quella della distanza e dell’altezza, come se fosse il tentativo di documentare il mondo dall’alto, ad esempio da un pallone aerostatico. Il tentativo di Barnes di testimoniare un dolore profondo come la possibile continuazione di una storia che non finisce mai ricorda un altro romanzo, scritto pochi anni prima da Emmanuel Carrère. Parliamo di Vite che non sono la mia in cui Carrère alterna una tragedia universale con una personale. Entrambi i libri sono da leggere.

Editore: Einaudi, 2014; 118 pagine.
Editore: Einaudi, 2014; 118 pagine.

Recensione apparsa su ExtraSette n. 2, 2020

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