La guerra, un mistero, un farfallario

La casa delle farfalle di Silvia Montemurro è un romanzo che scorre nel tempo a partire dagli anni difficili della seconda guerra mondiale vissuti col cuore in gola su una sponda del Lago di Como dove una casa con annesso farfallario diventa la base delle operazioni delle truppe tedesche. La guerra separa? Certo, ma in certi casi unisce. La giovane Lucrezia si innamora dell’ufficiale tedesco Will nonostante tutti e tutto. La storia fra i due giovani sarebbe già abbastanza complicata in sé se per sovrammercato non si palesasse la presenza di una bambina giapponese rimasta orfana e raccolta da Will durante il suo assegnamento precedente. Se le vicende del 1943-45 sono alla base della storia raccontata, essa si sviluppa poi ai giorni nostri quando la nipote di Lucrezia, Anita, scopre il diario della nonna e cerca di comprendere la presenza di una misteriosa bambina giapponese nel qui e ora del villaggio sul lago, a settant’anni e più di distanza dal primo approccio di Yu Kari, la bambina adottata da Will, con la casa e il farfallario che contiene. Scritto in modo piano e scorrevole, il romanzo della Montemurro si fa apprezzare per la concatenazione e l’intreccio delle vicende narrate, risolte solo nelle pagine finali. Il riuscito affresco di lago e di alcuni personaggi con un perché è corredato dalla conoscenza di tante splendide farfalle.

Recensione apparsa su ExtraSette n. 50, 2020