La vita di William Stoner, il mondo dell’immaginazione

Stoner, il romanzo di John Williams scritto nel 1965 e riproposto in italiano da Fazi, è un oggetto di culto – o meglio, di meravigliata fruizione – che da generazioni, ormai, appassiona i lettori a una storia che, in apparenza, non parla di nulla. E, invece, parla di tutto; di tutto ciò che è umano, sensibile, giusto e ingiusto, insomma, di una vita esemplare. Perché la vita del professore dell’università del Missouri William Stoner può essere davvero d’esempio di ciò che a prima vista sembra ordinario ma che è invece straordinario in un uomo. Stoner, figlio di contadini, va a studiare agraria alla Columbia. Ma ben presto si accorge di essere dotato e attratto dalle lettere. Cambierà corso di studi e diventerà insegnante di letteratura inglese all’università che ha frequentato. Si sposerà con una donna difficile. Metterà al mondo una figlia infelice. Conoscerà e dovrà rinunciare a una storia d’amore travolgente. Ecco, la vita di Stoner sembra contenuta in queste poche informazioni, ma in realtà la sua esistenza è contraddistinta da una passione incontenibile per il meglio della produzione letteraria. Il mondo dell’immaginazione e della creatività, espresso in parole e frasi, può essere, nel caso dell’uomo, un tutto comprendente in grado di rendere significativa la vita di chi vi si immerge. Lo garantisce un esperto, lo garantisce Stoner.

Recensione apparsa su ExtraSette n. 8, 2020