L’Impero Romano raccontato come in un thriller

Ben Pastor, la nota scrittrice italo-americana, l’abbiamo letta nelle sue peregrinazioni attraverso l’Europa in guerra, la Seconda mondiale, accompagnando il suo protagonista, il capitano dell’Abwehr tedesco (controspionaggio militare) Martin Bora, che confrontava il suo disincanto e i suoi principi morali con l’esito tragico del tempo. Ben Pastor non si limita, nei suoi «gialli di guerra», al ventesimo secolo, però, ma spazia anche nel mondo romano, quello imperiale a cavallo del terzo secolo dopo Cristo. Lì, il protagonista è il militare e storico Elio Sparziano, sempre in giro per l’impero a causa di qualche missione delicata. Nella terza avventura del «provinciale» Sparziano, di origini pannoniche e legato a Roma da una forte fedeltà propriamente imperiale, ovvero quella che permetteva agli abitanti dell’impero di sentirsi appartenere a una civiltà centrale spesso lontana di cui si percepivano alcune vestigia tramite le leggi, gli usi e i costumi, il militare romano si confronterà con La grande caccia (che è anche il titolo del romanzo), ovvero la ricerca di un tesoro ingentissimo nascosto chissà dove fra le colline e le sabbie della Palestina del tempo. In una dura lotta tra il calante imperatore Galerio e quello ascendente, Costantino, Sparziano riuscirà a risolvere l’enigma portando il lettore in un mondo sconosciuto ai più e proprio per questo appassionante e irrinunciabile.

Recensione apparsa su ExtraSette n. 43, 2020