Recensione

L’inferno in Terra del fuggiasco Rimbaud

Carmelo Pistillo rievoca la figura e l’opera del grande poeta francese in un saggio arricchito dalle testimonianze di alcuni fra i maggiori autori italiani del genere
Un dettaglio della copertina.
Sergio Roic
01.02.2021 11:00

Parecchi anni fa un magistrale film documentario del regista svizzero Richard Dindo, proiettato al cinema Kursaal di Lugano, mi riavvicinò ad Arthur Rimbaud, il più maledetto fra i poeti maledetti dell’Ottocento. Il film, di ben quattro ore, ripercorreva i luoghi di Rimbaud senza mettere in scena il protagonista. Protagonista che prorompeva con la sua espressione poetica e il suo rifiuto delle convenzioni da ogni luogo in cui aveva vissuto. Rimbaud è innanzitutto stato un grande fuggiasco e il bel libro che il poeta e narratore milanese Carmelo Pistillo gli dedica per i tipi della Vita Felice, Una stagione all’inferno, con traduzione dal francese e testo a fronte, ne è la riprova. Il libro è introdotto da un vero e proprio saggio su Rimbaud, il suo tempo e la letteratura del suo tempo. È, inoltre, arricchito da una serie di commenti su Rimbaud dei maggiori poeti italiani fra cui spicca anche il luganese Gilberto Isella. Una sorta di crestomazia rimbaudiana, quindi? Un tesoro di approcci al poeta che scrisse il suo «j’accuse» poetico per poi rifuggire dalle lettere e mettersi a trafficare armi in Africa? Sì, il Rimbaud di Pistillo è tutto questo – una saga che abbraccia e interpreta il geniale giovanotto di Charleville che con i suoi versi ha saputo scuoterci nel profondo.

Editore: La Vita Felice, 2020; 217 pagine.
Editore: La Vita Felice, 2020; 217 pagine.

Recensione apparsa su ExtraSette n. 9, 2020

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