Eventi

L’Umano al tempo dell’Intelligenza Artificiale: al via a Stresa il Simposio Rosminiano 2025

Dal 8 all’11 luglio, filosofi, scienziati e teologi si confrontano sul pensiero di Rosmini e sulla sfida dell’IA. Forte la presenza accademica da Lugano, con Markus Krienke e Samuele Tadini tra i relatori
Red. Online
08.07.2025 17:15

 Che senso ha oggi parlare di «umanità», in un’epoca dominata da algoritmi e intelligenze artificiali? È a questa domanda che cercherà di rispondere il Simposio Rosminiano 2025, in programma dall’8 all’11 luglio al Palazzo dei Congressi di Stresa, con il titolo «Antonio Rosmini e il senso dell’umano nell’odierna società tecnologica». Quattro giornate dense di riflessioni interdisciplinari, che intrecciano filosofia, teologia, matematica, bioetica, psicologia e informatica, aperte non solo al mondo accademico ma anche a un pubblico più ampio, curioso e attento alle trasformazioni in atto.

Organizzato dal Centro Internazionale di Studi Rosminiani, l’evento prosegue una lunga tradizione di confronto culturale che affonda le radici nel pensiero di Antonio Rosmini (1797-1855), filosofo e teologo che proprio a Stresa trascorse gli ultimi anni della sua vita. Visionario e anticipatore, Rosmini ha dedicato la sua opera a interrogarsi su cosa definisca davvero l’umano: un’indagine che, oggi più che mai, torna al centro del dibattito.

Umanità e tecnologia: un dialogo necessario

«Rosmini andava sempre alla radice delle questioni, e al centro del suo interesse c’era l’uomo – più precisamente, l’umanità dell’uomo», ha dichiarato Padre Eduino Menestrina, direttore del Centro Studi dal 2022, aprendo la conferenza stampa. Il Simposio, secondo Menestrina, si muove proprio in questa direzione: «L’uomo non nasce compiuto, ma si forma nella relazione con l’altro. È questa relazione che oggi rischia di essere ridisegnata dalla tecnologia, e che dobbiamo imparare a riconoscere e valorizzare».

Dello stesso avviso Samuele Francesco Tadini, referente scientifico del Centro e docente presso la Facoltà Teologica di Lugano: «Abbiamo voluto creare un’occasione di confronto davvero multidisciplinare. Le intelligenze artificiali non sono solo un tema tecnico: pongono domande sull’identità, la libertà, la coscienza, la cura… domande che attraversano tutte le scienze umane». In programma, tra gli altri, l’intervento di Massimiliano Nicolini, candidato al Nobel per la Fisica e progettista di sistemi IA, e quelli di Damiano Bondi, che affronterà la provocatoria questione delle «persone non umane», e della psicologa Erica Bresadola, con una riflessione sulla fragilità dell’uomo.

A portare il pensiero rosminiano nel cuore del XXI secolo sarà anche Markus Krienke, direttore della Cattedra Rosmini presso la Facoltà di Teologia di Lugano, tra i primi relatori della giornata del 9 luglio, dedicata proprio al rapporto tra intelligenza umana e IA. Krienke analizzerà le sfide del transumanesimo alla luce del pensiero del filosofo di Rovereto.

Filosofia, spiritualità e IA: un confronto aperto

A segnare l’avvio dei lavori, l’8 luglio, sarà Mons. Antonio Staglianò, presidente della Pontificia Accademia di Teologia e teorico della pop theology. La sua prolusione ruoterà intorno a un paradosso affascinante: «L’IA è finita, cioè limitata – ed è per questo che è veloce. Ma il limite dell’uomo sta nel suo essere infinito, aperto all’Infinito… e anche all’errore. È proprio l’errore che lo rende umano». Un’affermazione che promette di animare il dibattito sin dalla prima giornata.

Nel programma non mancano incursioni nella bioetica, nella filosofia della storia, nella matematica, fino a interrogativi radicali sull’ontologia dell’umano. Ogni giornata prevede momenti di dibattito aperto e riflessioni condivise. La sera del 10 luglio, inoltre, sarà proiettato il film In cammino con Antonio Rosmini, realizzato da Herman Zadra, con un intervento del regista.

Una giornata per Sciacca, a 50 anni dalla scomparsa

La giornata conclusiva, venerdì 11 luglio, sarà dedicata al filosofo Michele Federico Sciacca, nel cinquantesimo anniversario della sua morte. Studioso prolifico e promotore della filosofia rosminiana nel Novecento, Sciacca verrà ricordato attraverso l’opera L’uomo, questo «squilibrato», che diventerà il fulcro delle riflessioni sulla sua eredità.

«Sciacca ha saputo far dialogare Rosmini con i pensatori contemporanei – ha ricordato Tadini – e la stessa Edizione Nazionale delle Opere di Rosmini fu possibile grazie alla sua azione. È doveroso oggi rileggere il suo contributo anche alla luce dei nuovi scenari tecnologici ed etici». La sessione pomeridiana sarà chiusa dallo stesso Tadini, con una relazione sulla coscienza critica e morale nella prospettiva rosminiana.

Stresa, città del pensiero

Il Simposio rappresenta anche un’occasione per riscoprire il legame profondo tra Rosmini e Stresa. Nella splendida cornice del Lago Maggiore si trova infatti la Villa Ducale, sede del Centro Internazionale di Studi Rosminiani, che resta visitabile su prenotazione durante l’intero evento. Non è solo un luogo di memoria, ma un punto di riferimento culturale vivo, che continua ad attrarre studiosi da tutto il mondo. Un’eredità che si rinnova.

Informazioni pratiche

La partecipazione al Simposio è gratuita e aperta a tutti, ma è consigliata la registrazione scrivendo a [email protected] o chiamando lo 0323-30091. Durante i lavori sarà possibile prenotare gli Atti del Convegno, in uscita a fine anno nella «Rivista rosminiana di filosofia e di cultura». Il Centro Studi mette inoltre a disposizione una «scheda hotel» con le strutture convenzionate e ha bandito 12 borse di studio per giovani laureandi e dottorandi interessati ai temi rosminiani.

In un’epoca in cui l’Intelligenza Artificiale rischia di oscurare – o ridefinire – i tratti distintivi dell’umano, l’appuntamento di Stresa si presenta come uno spazio di riflessione critica, ma anche di apertura. Non solo sul futuro che ci attende, ma su ciò che ci rende, oggi, davvero umani.

In questo articolo: