Melville naviga e crea la balena bianca

Jean Giono, scrittore francese di grande talento lungo l’arco del Novecento letterario (ricordiamo l’imperdibile L’ussaro sul tetto), a un certo punto della sua attività si è cimentato anche con la traduzione in francese di Moby Dick di Herman Melville. Trovandosi nella posizione di scrivere un’introduzione al libro, Giono non esitò e, anzi, ampliò il testo fino a ottenere un vero e proprio romanzo su Melville. In Melville, un romanzo per l’appunto, l’autore francese ripercorre un viaggio dello scrittore americano in Inghilterra in cui Melville avrebbe incontrato, non importa se nella realtà o nella finzione, un’anima pura che lo avrebbe alla fine convinto a scrivere della balena bianca. Libro stilisticamente impeccabile, il «Melville» di Giono è un sincero omaggio allo scrittore marinaio e ne traccia predilezioni, turbamenti, sensibilità allacciandoli alla sua grande esperienza della navigazione in mare aperto fino ad arrivare a fondere le due caratteristiche melvilliane in un irripetibile unicum di pensiero e immaginazione. Il personaggio di Adelina White, che Melville incontra nella campagna inglese, è poi irresistibile di per sé, oltre a essere il «motore» della sua opera più grande in cui un mondo immaginario interseca sullo sconfinato piatto del mare l’anelito dell’uomo costretto a confrontarsi con i simulacri del divino.

Recensione apparsa su ExtraSette n. 25, 2020