Saggi

Quei tesori di arte e cultura tra Valle di Muggio e Val Mara

Frutto di un imponente lavoro di ricerca, la nuova pubblicazione del Museo etnografico della Valle di Muggio esplora, analizza e illustra l’inestimabile e variegato patrimonio culturale del territorio che circonda il Monte Generoso
© foto archivio dei Beni culturali del Cantone Ticino/SUPSI, Stefania Luppichini
Matteo Airaghi
Matteo Airaghi
02.01.2023 06:00

Singolare nella struttura, ricchissimo nei contenuti, certosino nell’accuratezza documentaria nonché destinato a rimanere come una pietra miliare nel futuro di tutti coloro siano interessati alla storia del patrimonio culturale del nostro territorio, il nuovo volume pubblicato dal benemerito Museo etnografico della Valle di Muggio (MEVM) non può non suscitare anche nel lettore più distratto che ammirazione e gratitudine. Due piccole valli periferiche intorno al Monte Generoso: è difficile non rimanere sbalorditi sfogliando le quasi quattrocento pagine del libro nel rendersi conto di quale immensa ricchezza artistica e culturale si condensi in uno spazio così piccolo e per tanti versi, oggi, così trascurato. Come fossero delle finestre aperte sulla Valle di Muggio e sulla Val Mara, il volume presenta diversi aspetti storico-artistici che hanno caratterizzato questo territorio dall’epoca romana ai giorni nostri: un ciclo di affreschi, una statua in stucco o in terracotta, un edificio sacro, un reperto archeologico, un’architettura contemporanea, i segni della devozione popolare, una tecnica artistica, un aspetto del restauro. Viene così a crearsi una guida d’arte selezionata dei beni culturali che caratterizzano il comprensorio, presentandoli con un approccio divulgativo e seguendo un rigoroso criterio cronologico. I 58 testi del volume definibili come finestre-schede, puntando proprio sull’idea di sorte di squarci che si aprono sul territorio e attraverso i quali si possono scoprire tanti argomenti e parecchie presenze storico-artistiche sono suddivisi infatti in 7 capitoli: la Romanità, dall’Alto Medioevo all’epoca preromanica, il Basso Medioevo, dal tardo Manierismo al Rococò (dunque la lunga stagione barocca), dal Neoclassicismo all’eclettismo di fine Ottocento/inizio Novecento, il Novecento e la contemporaneità. L’ultimo capitolo in realtà è composto da una sola finestra-scheda, riguardante il Museo nel territorio, ossia Casa Cantoni di Cabbio, sede del MEVM e edificio molto interessante per la sua storia e le caratteristiche architettoniche. Evidentemente per affrontare un compito di tale genere - con soggetti così variati - occorreva coinvolgere parecchi specialisti in materia, dall’archeologo allo storico dell’arte e allo storico dell’architettura, ognuno con la propria specializzazione anche in termini temporali. Accanto a Ivano Proserpi, che è anche il curatore e coordinatore del poderoso volume, troviamo dunque contributi di Edoardo Agustoni, Riccardo Bergossi, Mark Bertogliati, Silvio Bindella, Paola Capozza, Nicoletta Ossanna Cavadini, Nicola Navone, Lucia Pedrini Stanga, Ludivine Proserpi, Irene Quadri e Ilaria Verga.

«Un lavoro di squadra con ripetuti scambi e soprattutto con delle finalità chiare - come sottolinea il curatore Ivano Proserpi - per poter costruire dei testi e dei contenuti volti da una parte alla divulgazione e alla grande comprensibilità per dei lettori non specialisti e non forzatamente con competenze in materia, dall’altra alla necessaria scientificità e al rispetto di tutte le caratteristiche di una pubblicazione settoriale, dunque con molte note in calce (oltre 800) con rimandi ad una bibliografia specifica (che occupa 10 pagine nel volume) e ad un indice dei nomi di persona negli apparati in coda al libro».

Rimandi puntuali

Ogni testo ha un titolo significativo e in parecchi casi anche un po’ intrigante e curioso; ai lettori di scoprirne i motivi e le ragioni, anche attraverso un linguaggio e uno stile propri dei singoli redattori che hanno firmato le finestre-schede. Le note a piè di pagina sono brevi ed essenziali, con la funzione di rimandare ai saggi e studi, su cui poggiano buona parte dei temi. Ricordiamo infatti le numerose pubblicazioni settoriali che hanno costellato gli studi storico-artistici nel Canton Ticino durante gli ultimi decenni, convogliati in cataloghi d’esposizione, monografie, riviste e periodici specialistici, opere collettive e via dicendo, la cui consultazione e presa in considerazione necessiterebbe di un tempo dilatato e di un grande sforzo per un comune lettore. Ma un libro di storia dell’arte, anche se concepito per certi versi come una guida che accompagna il visitatore sul terreno, non può di certo dimenticare l’apparato fotografico. Ogni finestra-scheda contiene in media 3 immagini, qualcuna 2 e diverse 4 o 5. Per un totale di 220 immagini. La maggior parte è stata realizzata espressamente per la pubblicazione grazie al lavoro congiunto di due fotografi professionisti di chiara fama - Simone Mengani e Stefano Spinelli che hanno scandagliato il territorio per ottenere inquadrature precise e mirate in funzione dei contenuti dei testi.

«Come visto - conclude Ivano Proserpi - il volume tratta del patrimonio di questo fazzoletto di terra che è la Val di Muggio e la Val Mara, la piccola regione che si sviluppa ai piedi del Generoso. Un fazzoletto che nella storia non è stato confinato o chiuso su se stesso ma che ha intessuto e continua ad intessere relazioni con il resto del cantone, con le vicine regioni italiane, con territori più lontani in diverse parti d’Europa. Per questo il libro, con i suoi contenuti, si pone anche come strumento di riflessione sulle aperture e sul superamento dei confini e dei limiti che le espressioni artistiche hanno saputo trasmettere nel tempo. Questo volume da un lato è destinato a durare nel tempo e ad essere utilizzato come strumento di conoscenza in situ del ricco e variegato patrimonio artistico della regione Valle di Muggio, secondo gli obiettivi e le finalità che il MEVM porta avanti dal 1980. Dall’altro è anche uno stimolo a continuare con altre ricerche su oggetti ivi presenti e costituirà pure un testo di riferimento dal quale il MEVM già a partire dal 2023 svilupperà delle attività didattiche di vario tipo e destinate a un pubblico differenziato».