«Little Boy» fa tabula rasa della città di Hiroshima

Colonnello Paul W. Tibbets, pilota; maggiore Thomas W. Ferebee, bombardiere; capitano Theodore J. Van Kirk, navigatore; soldato di prima classe Richard H. Nelson, operatore radio. E giusto sopra, le firme autografe di questi aviatori statunitensi, che si trovano nelle prime pagine di un libro pubblicato nel 1998 negli Stati Uniti e il cui titolo è «Return of the Enola Gay». L’ho nella mia biblioteca e come avrete intuito, commemora uno degli eventi clou della Seconda guerra mondiale: il primo bombardamento della storia con un ordigno atomico, quello che il 6 agosto del 1945 fece tabula rasa della città giapponese di Hiroshima. La bomba che in quel giorno venne sganciata da un bombardiere B-29 Superfortress – che il comandante Paul W. Tibbets volle chiamare come sua madre, appunto Enola Gay – era all’uranio 235. Soprannominata «Little Boy», ossia «ragazzino», costruttivamente era più semplice rispetto all’ordigno al plutonio che il precedente 16 luglio venne testato dagli americani ad Alamogordo, nel deserto del New Mexico e dove per la prima volta in assoluto venne fatta esplodere una bomba atomica. Di conseguenza, anche l’innesco della devastante reazione di fissione nucleare era tecnologicamente meno complicato, pur se è vero che questo tipo di bomba venne effettivamente messo alla prova nel cielo di Hiroshima. Il 9 agosto seguì poi la missione su Nagasaki, distrutta con un ordigno simile a quello fatto esplodere ad Alamogordo. Dopo di che, nove giorni dopo, il Giappone annunciò la resa incondizionata e il secondo conflitto mondiale si concluse.
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