Cinema

Locarno75: la Retrospettiva sarà dedicata a Douglas Sirk

La rassegna verbanese, in programma dal 3 al 13 agosto, renderà omaggio ad un autore che ha «saldato la sensibilità europea, maturata nell’alveo del teatro tedesco di inizio secolo, con il sistema statunitense degli Studios»
Il regista tedesco Douglas Sirk (1897-1987), ha trascorso l’ultima parte della sua vita in Ticino, a Lugano.
Red. Cultura&spettacoli
20.01.2022 13:25

Iniziano a delinearsi i primi contorni del 75. Locarno Film Festival in programma dal 3 al 13 agosto 2022 con l’annuncio che la tradizionale Retrospettiva sarà consacrata al regista Douglas Sirk, a 35 anni dalla sua scomparsa. Nato ad Amburgo nel 1895 Douglas Sirk (vero nome Detlef Sierck), dopo aver trascorso l'infanzia ad Amburgo e in Danimarca, paese da cui provenivano i genitori, si dedicò al teatro in Germania. In seguito, venne assunto dalla Universum Film AG (UFA), esordendo nel lungometraggio con April, April! (1935), e realizzando poi Schlussakkord (Final Accord, 1936) e La Habanera (1937). In fuga dalla Germania nazista, come molti altri registi europei, si fece notare con Hitler's Madman (1943) e Summer Storm (1944). Da qui si divise fra thriller e commedie, con incursioni sporadiche in altri generi, come il western (Taza, Son of Cochise, 1954). Negli Stati Uniti assunse il nome di Douglas Sirk e dall’inizio degli anni Cinquanta lavorò sotto contratto alla Universal. Nel 1953, All I Desire aprì il grande ciclo di melodrammi – che include titoli come Magnificent Obsession (1954), All That Heaven Allows (1955), Written on the Wind (1956) e Imitation of Life (1959) – che conquistarono anche alcuni critici europei, grazie alla loro capacità di esplorare la società statunitense tramite uno sguardo antirealista, un’assoluta raffinatezza estetica e un’inedita sensibilità femminista. Al suo ritorno in Europa, Sirk si stabilì in Svizzera, a Lugano, dove è morto nel 1987.

Una scena del film «Magnificen Obsession» del 1954.
Una scena del film «Magnificen Obsession» del 1954.

Autore che ha attraversato tutta la storia del Novecento, saldando la sensibilità europea, maturata nell’alveo del teatro tedesco di inizio secolo, il cinema di Weimar e non solo, e il sistema statunitense degli Studios, con i suoi linguaggi e le sue logiche produttive, è stato un personaggio che, a detta del direttore del Locarno Film festival Giona A. Nazzaro, «ha saputo smontare le ipocrisie della società creando alcuni dei melodrammi più fiammeggianti e politici di tutti i tempi. Intellettuale coltissimo, ha lavorato sotto traccia nei generi popolari valorizzando attori come Rock Hudson, Jane Wyman, Dorothy Malone, Robert Stack, Lana Turner, Jack Palance, Jeff Chandler e ha offerto persino a uno sconosciuto James Dean la sua prima opportunità professionale. Riscoperto dalla Nouvelle Vague, amato da Bertolucci e difeso da Rainer W. Fassbinder, da Daniel Schmid e Todd Haynes, il lavoro di Sirk, grazie alla Retrospettiva locarnese, potrà essere apprezzato in tutta la sua enorme ricchezza».

La locandina ufficiale di «Written on the Wind» (1956)
La locandina ufficiale di «Written on the Wind» (1956)

La presentazione integrale delle opere di Sirk sarà accompagnata da una selezione di film contemporanei a lui collegati e da documentari e programmi televisivi che lo hanno visto protagonista. Per la prima volta, l’intero corpus sirkiano potrà essere riletto a partire dai documenti inediti messi a disposizione dalla famiglia del regista attraverso la Douglas Sirk Foundation e custoditi dal 2012 alla Cinémathèque suisse. Documenti che permetteranno di ampliare la prospettiva sulla figura di Sirk, abbracciando anche la sua produzione come intellettuale e uomo di cultura.

In occasione della Retrospettiva uscirà inoltre un volume di Bernard Eisenschitz, storico del cinema, edito da Les éditions de l’Œil, che, grazie alla ricchezza dei documenti esaminati, proporrà un nuovo approccio all’opera sirkiana: «Douglas Sirk è stato un autore completo sin dal suo memorabile lavoro teatrale a Brema e Lipsia – racconta Eisenschitz – concluso con lo scandalo organizzato dai nazisti alla sua creazione dell’opera di Kurt Weill Silbersee. Sotto il Terzo Reich, ha realizzato, senza nessun compromesso, cinque film notevoli e ha scoperto la grande cantante e attrice Zarah Leander, prima di fuggire dalla Germania nazista. A Hollywood, ha avuto un percorso artistico solitario, individuale e diversificato, che lo ha portato ai suoi celeberrimi grandi melodrammi».