Cinema

L’ultimo monosala di Manhattan salvato proprio da Netflix

Con l’acquisto del Paris Theater, il colosso dello streaming si garantisce un trampolino di lancio per le sue aspirazioni agli Oscar
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Ats
26.11.2019 16:18

Mentre continuano le trattative per l’acquisto dell’Egyptian Theatre a Los Angeles, Netflix «salva» il Paris, l’ultimo monosala rimasto a Manhattan garantendo un trampolino di lancio per le sue aspirazioni agli Oscar.

Il colosso dello streaming che sta cambiando il modo di fare e fruire il cinema ha annunciato la firma di un contratto di affitto a lungo termine per mostrare i suoi film nella storica sala a pochi passi dal Plaza Hotel inaugurata nel 1948 - presente al taglio del nastro Marlene Dietrich - che in agosto aveva chiuso i battenti, sembrava allora per sempre.

L’uso dello schermo del Paris per mostrare dal 6 novembre il nuovo film di Noah Baumbach, «Marriage Story» (Storia di un matrimonio) con Adam Driver e Scarlett Johannson, non è stato dunque una ‘una tantum’.

«Dopo 71 anni, la tradizione del Paris continua e il cinema resta la meta per una esperienza cinematografica unica nel suo genere», ha detto il capo del content di Netflix Ted Sarandos annunciando l’accordo che «preserva un’istituzione storica di New York e una casa per gli amanti del cinema».

Il Paris ha alle spalle una storia importante: nato per mostrare soprattutto film stranieri, ha introdotto il pubblico americano ai capolavori di Roberto Rossellini, Federico Fellini, Pietro Germi e Franco Zeffirelli. L’accordo è stato raggiunto con Sheldon Solow, un magnate del cemento proprietario, oltre che del Paris, di numerosi grattacieli a Manhattan. L’estate scorsa Solow non aveva rinnovato l’affitto a City Cinemas, la catena che aveva ereditato la gestione del Paris: il ‘canto del cigno’ era stato il documentario di Ron Howard su Luciano Pavarotti.

L’esigenza di Netflix di avere uno o più sale fisiche a disposizione per mostrare i suoi film d’autore nasce da una confluenza di due fattori: da un lato la condizione per le nomination posta dall’Academy of Motion Pictures, che amministra gli Oscar a cui Netflix aspira, che i film siano mostrati per almeno una settimana a New York o a Los Angeles; dall’altra il boicottaggio delle grandi catene che hanno sabotato la distribuzione di pellicole d’autore come «The Irishman» di Martin Scorsese in quanto Netflix non accetta di tenerli in esclusiva nelle sale per almeno 30-90 giorni.

Per mostrare «The Irishman» Netflix ha affittato il Belasco Theatre di Broadway: operazione difficilmente sostenibile dal momento che è impossibile prevedere la disponibilità dei palcoscenici teatrali in coincidenza con le nuove uscite cinematografiche. Il film di Scorsese sulla scomparsa di Jimmy Hoffa sarà disponibile in streaming il 27 novembre.