Ma oggi potrebbe esistere Guglielmo Tell?

BELLINZONA - Le ossa di Guglielmo Tell sono state ritrovate. La Svizzera è in festa. Ma subito sono sparite. Rubate? Da chi? Un camioncino del trasporto bagagli di un aeroporto si rovescia. Fra le valige dirette a Istanbul ecco le ossa, insieme a cinquanta passaporti elvetici con nomi arabi e a piani con sopra scritto CERN. Adesso cinque personaggi sono bloccati al Gate, due poliziotti e tre sospetti, pedine in un improbabile complotto...
Comincia cosÌ Tell, la nuova produzione del Teatro Sociale di Bellinzona - in coproduzione con NucleoMeccanico - che debutta il prossimo 2 maggio (repliche il 3, il 4, il 9 e il 10, prevendite TicketCorner, mediatickets.ch e all’Ufficio turistico di Bellinzona, tel. 091 825 48 18). A firmarla sono Flavio Stroppini e Monica De Benedictis e gli interpreti sono Flavio Sala, Silvia Pietta, Igor Horvat, Matteo Carassini e Massimiliano Zampetti.
È la sesta produzione del Sociale in sei anni, sottolinea Gianfranco Helbling, direttore del Teatro bellinzonese. Un progetto impegnativo che ancora una volta pone attenzione agli artisti del territorio. È un percorso, quello del Sociale, appoggiato e sostenuto dalla Città (come sottolineato dalla presenza del sindaco Mario Branda alla presentazione), che si sta adoperando anche per mettere a disposizione, prossimamente, un’altra sala a Giubiasco. Proprio territorio e identità, ormai da anni diventati quasi un marchio per le stagioni e le produzioni del Sociale - «un teatro svizzero di lingua italiana», sottolinea ancora Helbling - sono i concetti sui quali da anni lavorano Flavio Stroppini e Monica De Benedictis, già autori di Prossima fermata Bellinzona e Kubi. Potrebbe esistere Guglielmo Tell nel mondo di oggi? Parte da questa domanda la nuova produzione, che non è né la messinscena del mito di Tell, né una rivisitazione attualizzata, ma una commedia che vuol divertire sì ma soprattutto far riflettere sul mondo in cui viviamo. Un mondo, dice Stroppini, dominato da quello che in filosofia viene definito individualismo di massa. Persi dal nostro narcisismo sotto i riflettori dei social ci dimentichiamo degli altri. e così oggi, ci si chiede, qualcuno potrebbe ancora compiere per la comunità gesti come quelli attribuiti all’eroe svizzero o Tell si limiterebbe a farsi dei selfie?
La chiave scelta per il racconto è il surrealismo, perché, spiega De Benedictis, procede per associazioni di immagini, con sarcasmo, mettendo bene in luce i nostri corto circuiti. Oltre a ciò video, immagini e musica, da sempre elementi usati da Stroppini e De Benedictis, qui vengono ulteriormente sviluppati. Stavolta ci sono anche canzoni originali (le musiche sono firmate da Andrea Manzoni), utilizzate per entrare nella mente dei personaggi. Personaggi, che sono Corrado (Zampetti), un cospirazionista razzista; Werner, un medico con degli ideali che però si scontrano con la realtà (Horvat); Peter, il più naif del gruppo (Carassini); il commissario, interpretato da Flavio Sala, che si trova di fronte all’occasione della vita, e la sua vice (Pietta), unica donna, visibilmente incinta, che deve trovare il modo di farsi rispettare. Come andrà a finire?