Movimentato weekend a Parigi per una coppia matura

Diretto da Roger Michell (regista britannico che spazia dai toni drammatici a più leggere commedie romantiche come il grande success Notting Hill) e sceneggiato dallo scrittore Hanif Kureishi, a prima vista Le weekend appare come il classico film realizzato per un target di spettatori anziani. Nick (Jim Broadbent) e Meg (Lindsay Duncan) sono una coppia inglese sulla sessantina; lui professore universitario costretto al prepensionamento, lei insegnante di liceo. Sposati da trent'anni, con figli adulti, si concedono un weekend a Parigi, dove erano stati in luna di miele. Ma da subito non tutto fila liscio. L'albergo prenotato da casa è malridotto e lei prende l'iniziativa di trasferirsi in un hotel al di sopra del loro budget. E poi via alla riscoperta della città ma soprattutto alla ricerca di un sentimento perduto; con qualche colpo di testa, come quando, dopo la cena in un ristorante di lusso, se la svignano senza pagare il conto. Si avverte che, pur essendo affiatati e complici, nel rapporto tra i due si è insinuata qualche crepa. Più insofferente lei, più rassegnato lui. È un continuo incalzarsi tra battibecchi e tregue affettuose. Finché incontrano per caso un vecchio amico americano, diventato intellettuale di successo (Jeff Goldbrum) che li invita ad una delle sue feste. Sarà lì che si scioglieranno la tensione e il non detto tra i due coniugi.La sceneggiatura molto sottile e articolata analizza un rapporto complesso, riflette su cosa significa un matrimonio di lungo corso, sui rimpianti e su quel che resta delle aspirazioni. Regia leggera, elegante, che non disdegna situazioni umoristiche e ci dà dentro con gli stereotipi di Parigi immortalata dagli stranieri. Interpretazione di classe dei due maturi attori britannici. Anche Jeff Goldblum è in gran forma. Lo spettatore ha l'impressione di non riuscire a cogliere qualcosa che aleggia nell esprit del film e che afferra solo nel finale, in apparenza monco. Perché il ballo conclusivo di Nick, Meg e dell'amico americano è un omaggio a Bande à part (1964) di Godard, e la donna ha un cappello maschile in testa, come Anna Karina in quel lontano film. Bande à part, al quale hanno già reso omaggio da Pulp Fiction a I sognatori di Bertolucci è, per la generazione dei protagonisti di Le weekend, un profumo di giovinezza, una magia libertaria poi avvizzita, l'utopia dell'immaginazione al potere e, a livello cinematografico, la stagione irripetibile della Nouvelle Vague.