A Hard Day’s Night per i The Nowhere Land: la band ticinese nel tempio dei Beatles

Liverpool. Basta il nome per evocare un suono. Non è solo una città, ma la culla di un linguaggio che ha cambiato la musica per sempre. Qui i Beatles hanno trasformato la vita quotidiana in poesia, qui hanno scritto la colonna sonora del Novecento. Ed è qui, nel cuore della Beatleweek, che i Nowhere Land, tribute band ticinese, hanno trovato il loro posto.
A venticinque anni dalla nascita, il gruppo ha portato la Svizzera italiana sulle orme dei Fab Four, calcando il palco del Cavern Club, il mitico sotterraneo di Mathew Street dove John, Paul, George e Ringo hanno suonato 293 volte. «Salire lì sopra fa tremare le gambe», confessa Rocco Cappa, chitarra ritmica e voce, che insieme a Massimo Moretti, Claudio Valente e Roberto D’Angelo ha dato vita a un sogno lungo nove concerti nei luoghi più iconici della città.
Unico gruppo svizzero invitato all’International Beatleweek 2025 – la più importante rassegna mondiale dedicata al mito dei Beatles – i The Nowhere Land hanno condiviso la scena con settanta band provenienti da ogni continente. Con loro, a rappresentare il Ticino, anche il musicista Marco Zappa, Premio svizzero di musica 2019.

Emozioni al Cavern
Il racconto di Rocco è un susseguirsi di emozioni e incredulità. «All’inizio senti il peso della storia: il Cavern non è un club qualunque, è il luogo in cui i Beatles sono diventati i Beatles. Poi attacchi la prima canzone e la tensione svanisce. Ma appena ti fermi un istante a pensare, la pelle d’oca ritorna».
L’accoglienza del pubblico ha spazzato via ogni esitazione. «Qui vengono per te, pagano un biglietto, conoscono le canzoni, cantano insieme. A Liverpool senti una responsabilità enorme: devi dare il 200%. E vedere ragazzini di quattordici anni che conoscono a memoria i Beatles è stato sorprendente. Da noi capita raramente».
Un ritorno alle origini
Per l’esordio al Cavern, i Nowhere Land hanno scelto la via della fedeltà: le stesse canzoni che i Beatles suonavano lì, nei primissimi anni Sessanta. «She Loves You», «From Me To You», «Can’t Buy Me Love»: un repertorio che sembra semplice, ma che in realtà nasconde la perfezione difficile da replicare. «I Beatles sembrano facili da rifare – spiega Rocco – ma non lo sono affatto. Nessuno riesce a riprodurli davvero. È questo il loro mistero».
Per i ticinesi, interpretare i Fab Four è un esercizio di rigore quasi classico. «I Beatles oggi sono come Mozart o Beethoven. Una tribute band deve restituire le loro canzoni senza snaturarle. Certo, ci puoi mettere qualcosa di tuo, ma devono restare riconoscibili. Non amo le versioni che trasformano Yesterday in jazz: belle, ma non sono più Yesterday».
Venticinque anni in “Nowhere Land”
La Beatleweek è arrivata come consacrazione di un percorso iniziato nel 2001. «Vent’anni e più sembrano tanti, ma a noi sono volati. È un traguardo che non avrei immaginato, eppure ci sentiamo ancora pieni di energia. Più passa il tempo, più diventiamo accaniti», sorride Rocco.
Nonostante i successi, il contesto ticinese resta complicato. «Da noi mancano i locali che credono nella musica dal vivo. Adesso vanno i DJ set, gli apericena. È cambiata la fruizione della musica. Si è persa l’abitudine a ritrovarsi per un concerto, e questo è un peccato: il live ha un’energia che nessuna playlist potrà mai darti».
Liverpool, città che respira musica
La scoperta più grande resta la città stessa. «Liverpool vive per e con la musica. In ogni vicolo c’è un suono, in ogni pub una band. Non solo Beatles: ci sono artisti che dipingono, recitano, espongono quadri ispirati alle loro canzoni. Tutta la città diventa un festival. E la gente è straordinaria: ospitale, cordiale, sempre pronta a condividere questa passione. C’è davvero un senso di comunità che gira attorno alla musica».
E oltre alle emozioni, resteranno anche i ricordi tangibili. «Abbiamo già speso troppo tra dischi e magliette – ride Rocco – ma come fai a resistere? Ogni angolo ha un pezzo di storia che vuoi portarti a casa».
Ticinesi nel mito
L’ultima volta che una band svizzera aveva calcato i palchi della Beatleweek era il 2017, con i Les Sauterelles. Oggi tocca a un gruppo nato in Ticino, cresciuto tra le piazze e i Beatles Days di Bellinzona, guadagnarsi un posto in quel mosaico di settanta band da tutto il mondo.
I The Nowhere Land non sono semplici esecutori: sono custodi di un repertorio che considerano patrimonio collettivo, da tramandare senza orpelli. E così, come i Beatles cantavano in «There’s a Place», anche loro hanno trovato il loro posto: Liverpool.
Un «Nowhere» che, per una settimana, è diventato il centro del mondo.