Musica

Abbiamo ascoltato i brani di Sanremo 2024

Per il suo quinto e forse ultimo Festival Amadeus è andato sul sicuro: a dominare sono l'amore e la dance
© Adamo Romano
Stefano Olivari
15.01.2024 18:12

Per il suo quinto e forse ultimo Sanremo Amadeus è andato sul sicuro. Fra le 30 canzoni in gara, presentate e ascoltate nella solita anteprima per i giornalisti, ben 21 sono incentrate sull’amore, in una proporzione ben superiore rispetto ai tempi di Pippo Baudo e addirittura anche agli anni Cinquanta. E molte di queste sono state declinate in chiave dance, a prescindere dal genere di appartenenza, per renderle più passabili dalle radio, vera ossessione del presentatore-artistico. Al di là delle grandi analisi su musiche e testi, visto che il tempo per farle non manca (il Festival 2024 sarà da martedì 6 a sabato 10 febbraio), queste le nostre impressioni al primo ascolto con gli artisti divisi in cinque gironi.

I possibili vincitori

Tutte le previsioni devono tenere conto del sistema di voto che nella serata finale promuoverà fra i primi cinque le canzoni con la migliore media fra le votazioni delle quattro serate precedenti e il televoto di sabato. Il vincitore, fra i primi cinque, sarà però decretato da una votazione con partenza da zero, dove sala stampa e giuria delle radio conteranno per il 33% ciascuna, e il televoto per il 34. Va da sé che per vincere si debba essere al tempo stesso radiofonici, con una buona fanbase e simpatici ai giornalisti. Con questa premessa i grandi favoriti dopo il primo ascolto sembrano essere questi cinque. Ghali (Casa mia) con il suo urban rap e i soliti temi (la periferia, fisica e dell’anima) ha un eccellente ritornello. Irama (Tu no) è quello che più di tutti usa gli archi, che fanno Sanremo insieme al tema raccontato, un amore finito. Angelina Mango (La noia) porta una canzone scritta con Madame, crossover di generi molto interessante e soprattutto con un pubblico. Alessandra Amoroso (Fino a qui), prima volta in gara a Sanremo, ci prova con una classicissima canzone alla Amoroso, autobiografica e con esplosione sul ritornello. Una clamorosa Loredana Bertè (Pazza) è l’unica rock, in ogni senso: brano trascinante e di impatto immediato.

Favoriti senza canzone

La storia di Sanremo è piena di grandi nomi, con quote molto basse presso i bookmaker e basate sulla loro fama, che però all’Ariston portano una canzone che non entrerà nelle prime dieci del loro repertorio. Nel 2024 è il caso di Annalisa (Sinceramente), la trionfatrice della scorsa estate, che punta sul già sentito ma non ha quel ritornello martellante con cui ormai è identificata. I Negramaro (Ricominciamo tutto) provano a fermare il (loro) declino con l’ennesima ballad su un amore finito, ma è un’operazione di maniera e con un ritornello insulso. Renga e Nek (Pazzo di te) cantano insieme una canzone che avrebbe potuto cantare benissimo Renga da solo e l’effetto è un po’ questo, un’operazione al raddoppio che sembra invece dimezzata. Sangiovanni (Finiscimi) porta una buona e onesta canzone pop adolescenziale, ma ne ha scritte di molto meglio. I tre ormai ex ragazzi de Il Volo (Capolavoro) cantano benissimo e anche qui hanno un bel crescendo, ma il ritornello-esplosione manca e per loro è un guaio più che per altri.

Outsider

Da ex vincitore Mahmood (Tuta gold) è un osservato speciale, ma il suo urban rap ambientato in periferia non prende. Diodato (Ti muovi), anche lui ex vincitore, propone una ballad sanremese con esplosione: buona canzone, manca il quid. Fiorella Mannoia (Mariposa) non spacca a livello di melodia, ma la canzone autobiografica e femminista ha il suo perché. The Kolors (Un ragazzo una ragazza) con un ritornello che non prende, ma il loro dance pop ha il merito di parlare di amore in maniera allegra, senza la tristezza standard degli altri. Maninni (Spettacolare) gioca pesante, raccontando un amore giovanile con lo stile più sanremese di tutti. Clara (Diamanti grezzi) arriva con il traino della vittoria a Sanremo Giovani, ha presenza scenica e una canzone moderna, urban senza affettazioni.

Fuori contesto

Quello di Alfa (Vai!) è banale autobiografismo rap, senza trovate. BigMama (La rabbia non ti basta) ha davvero tanto da dire e qui lo dice anche, ma non sembra nello spirito sanremese, qualsiasi cosa voglia dire. I Bnkr44 (Governo punk) portano un pop giovanilistico, più che giovane, con l’aggravante di essere senza ritornello. I Santi Francesi (L’amore in bocca) giocano la carta del quasi inno, ma è un’incompiuta. I La Sad (Autodistruzione) propongono tristezza e negatività, in linea con il loro nome: hanno una vita, ma fuori da Sanremo. Nell’overdose di dance, più come arrangiamenti che come spirito di questo Sanremo la canzone di Rose Villain (Click boom!) spicca per il suo essere ipnotica: dovrebbe avere più successo altrove, ma non si sa mai.

Brutte canzoni

Dargen D’Amico (Onda alta) si impegna per fare un pezzo dance brutto e ci riesce, ma ha il merito di essere l’unico su trenta a guardare oltre il proprio ombelico citando, in maniera molto soft, l’attualità in Medio Oriente. Emma (Apnea) propone forse la sua più modesta canzone di sempre, cambiando anche modo di cantare: in certi punti sembra quasi Viola Valentino, che di per sé sarebbe un pregio ma non per il suo personaggio. Fred De Palma (Il cielo non ci vuole) arriva con un pezzo urban dance leggero, leggerissimo. Geolier (I p’ me, tu p’ te) non decolla, anche per la zavorra del dialetto napoletano: una discutibile scelta di Amadeus, anche perché non si capisce niente nemmeno leggendo il testo su carta. Gazzelle (Tutto qui) avrebbe la cilindrata per piazzarsi bene, con il suo immaginario alla Tommaso Paradiso, ma il pezzo non c’è. Il Tre (Fragili) è un rapper con poco da dire, se subito si rifugia in un amore finito (quanti ce ne sono? Troppi). Mr. Rain (Due altalene) ha una canzone mielosa e impalpabile, ma non l’effetto sorpresa dell’anno scorso. I Ricchi e Poveri (Ma non tutta la vita) hanno sempre avuto feeling con la dance, ma il loro rientro in gara dopo 32 (!) anni meritava un pezzo migliore.

Gli ospiti

Sanremo è celebrazione ed autocelebrazione. In attesa di capire se qualche grosso nome verrà coinvolto nella serata delle cover Amadeus ha annunciato la festa sul palco per il trentennale di E poi (del resto Giorgia il mercoledì sarà anche co-conduttrice), per il quarantennale di Terra promessa, ovviamente con Eros Ramazzotti, e per i sessanta anni di Non ho l’età con Gigliola Cinquetti. L’idea è anche quella di ricordare Toto Cutugno, da mezze parole di Amadeus si è capito che farlo con Celentano sarebbe il sogno proibito destinato a rimanere proibito. In generale la prima impressione è che a Sanremo 2024 ci siano alcune canzoni molto forti e destinate a rimanere, ma senza grande varietà di temi: il secondo, dopo l’amore, è l’autodeterminazione, ed il terzo semplicemente non esiste. Certo è che dieci canzoni su trenta si sarebbero potute tagliare, ma la musica scompare di fronte allo share: più le trasmissioni si allungano verso notte fonda, più è alto. Curiosità per l’ospitata di Russell Crowe, proprio il Gladiatore, dilettante del blues, che ha scritto personalmente ad Amadeus per essere sul palco dell’Ariston. Ci sarà ed è inutile ricordare i bei tempi quando gli ospiti stranieri erano i Queen e Whitney Houston, quello è il passato con budget illimitato. Nel presente si finirà sempre, ottimisticamente, alle due di notte.

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