Dal Ticino con tanta energia

CORELEONI - LET LIFE BEGIN TONIGHT Citando Leo Leoni: «[...] abbiamo dato il via a una sorta di nuovo inizio». Un nuovo inizio che ha preso forma sonora nei canali uditivi di molti fan (ma non solo) con questo Let Life Begin Tonight, il primo singolo del 2022 per i CoreLeoni: un Classic Hard Rock puro e duro dalla punta dei piedi fino all’ultimo riccio di Jgor Gianola (chitarrista). Insieme al basso, che caldamente avvolge dopo pochi secondi e a un riff di chitarra cattivo al punto giusto, la protagonista indiscussa di questi primi istanti è la voce di Eugent Bushpepa, successore di Ronnie Romero. Assumere il ruolo di vocalist in una band già affermata, soprattutto all’uscita della prima canzone, può essere un passaggio difficile. Eugent Bushpepa avrà probabilmente vissuto un rush adrenalinico attendendo il confronto con le aspettative e il possibile scetticismo dei fan più affiatati della band. È normale. Noi esseri umani siamo famosi per il nostro atavico astio verso il nuovo, soprattutto se si presenta in qualcosa che per anni abbiamo inondato di amorevoli attenzioni.

Ma Eugent Bushpepa, fan del genere, se li mangia a colazione. Non siamo aggiornati sulla sua esatta dieta, ma figurativamente le sue abilità canore divorano qualsiasi dubbio a loro rivolte. Il nuovo cantante dei CoreLeoni mostra i muscoli in questa canzone con una voce in pieno stile Classic Rock, che rimane però estremamente flessibile: potente e penetrante nelle sezioni più concitate, ma anche calda e morbida nei momenti più soft. Nel 2022 far uscire un brano vincente con dietro una sfilata di amplificatori Marshall mentre si imbracciano spettacolari Les Pauls può sembrare un atto non di facile impresa. Si potrebbe rischiare di stagnare in una tipologia di suoni triti e ritriti. Tuttavia, Let Life Begin Tonight non cade in questo meccanismo grazie a una composizione intelligente e a una voce magnetica. Un plauso va anche fatto alla barba di Eugent, all’altezza della voce che ricopre.
MONTE MAI - FEVER RAYS Vi è un’aura magica nel «dopo». Il «cosa» è senza dubbio importante, ma anche il «dopo» quella «cosa» ha il suo fascino. Quante volte abbiamo desiderato ardentemente di sapere, finito un film, che cosa sarebbe stato dei suoi personaggi. Sono vissuti felici e contenti o hanno divorziato dopo pochi mesi di convivenza? Siamo attratti dal «dopo», perché ci mostra l’effetto di quello che è stato. Perdonate la nostalgia: il carnevale. Viverlo è bello, ma anche camminare fra milioni di coriandoli, mozziconi di sigarette, bicchieri di plastica e detriti di costumi e carri, quando il tutto si è concluso è spettacolare e, anche se non vi hai partecipato, riesci a percepire l’entità dell’evento che è passato.

È un po’ come rimettere piede in un vecchio sogno: vedi dove non c’è il «cosa». Ed è proprio su questo labile confine fra sogno e ricordo che si posa Fever Rays, il nuovo singolo dei Monte Mai in uscita nel weekend. E in questo caso la nostra rubrica parla del «dopo» prima ancora che il «cosa» sia accaduto. Con un incedere ipnotico e onirico, questa canzone del trio ticinese prosegue la sua discografia con un’altra nota di psichedelia: il sample di basso e la batteria ticchettante a inizio brano determinano sin da subito un sound meno elettronico del precedente Peaches and Limes. Ma non sono finite qua le novità, perché Fever Rays ha pure qualche altro asso nella manica. La linea vocale si trascina sofficemente e in maniera spensierata cantando melodie al gusto di melassa. Mentre il finale viene invece posseduto da una vena delirante di proto-punk ed elettronica industriale, accelerando il ritmo e prendendo alla sprovvista (vabbè, se avete letto fin qui, no) l’ingenuo ascoltatore. Il video ufficiale, diretto da Radiana Basso, dà inoltre degna rappresentazione al mood trasmesso da Fever Rays, inanellando echi visivi a echi sonori che incorniciano l’immagine di un dopo festa, frutto di una delirante avventura.